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The Show Must Go Off

giovedì 2 Febbraio, 2012 | di Eleonora Degrassi
The Show Must Go Off
Serie TV
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La festa appena cominciata è già finita
“Esco dalla Rai senza neanche un paio di calze. Anzi, lascio all’azienda un baule con tutti i miei vestiti neri”, così abbiamo lasciato Serena Dandini, senza calze e senza vestiti neri, dopo che la maggioranza del cda della Rai ha deciso di non mandare più in onda Parla con me, una delle trasmissioni di punta della rete.

Non passava giorno in cui tutti i quotidiani nazionali non parlassero dell’affaire Dandini che si definiva “pronta a fare il – suo – lavoro anche dalle piazze”. Come tutte le favole che si rispettino, c’è il lieto fine: la Dandini è arrivata con la sua ciurma – Dario Vergassola, Elio e le Storie Tese, Neri Marcoré, Max Paiella, Diego Bianchi, Paola Minaccioni, Lillo e Greg, Ascanio Celestini – su La7, pronta a realizzare un programma nell’“isola/tubo catodico” della libertà. È quindi con una settimana di ritardo – a causa della tragedia Concordia – inizia The Show Must Go Off, un programma del sabato sera. I dati auditel ci dicono che oramai, da parecchi mesi, il terzo polo delle reti, l’isola che non c’è, su cui qualunque “intellettuale” tv vorrebbe approdare, ha perso punti. Forse oramai da parecchi mesi la “libertà non serve più”, forse chi ha subito l’era dell’“utilizzatore finale”, ora che quest’ultimo si è ritirato, non sa che farsene della libertà o forse d’altra parte autori, conduttori, giornalisti hanno bisogno di una figura scomoda da attaccare, di un capro espiatorio da distruggere che ora non c’è. Il programma della Dandini, una mosca bianca nel panorama televisivo italiano, interessante e piacevole, non si sottrae a questa tendenza, inoltre non é aiutato dalla contro-programmazione – Italia’s Got Talent su canale5 e Ballando Con Le Stelle su Rai1. Una volta, proprio nei programmi della Dandini, Sabina Guzzanti imitava Berlusconi in maniera sorprendente, impersonava D’Alema come un elegantone che cura le sue piante; ora, invece, il Re comico è nudo, e lo è fin dal titolo, The Show Must Go Off. La Dandini aveva promesso, con l’aria da pasionaria e da prima della classe che la contraddistinguono, “Abbiamo un compito preciso, festeggiare il sabato mentre non c’è più niente da festeggiare”. Forse, sarà terribile da dire, propri quei prototipi umani gretti, “caciaroni”, ignoranti, egoisti, “maneggioni”, e chi più ne ha più ne metta, permettevano la “santificazione” della festa attraverso la creazione di copie formidabili. Se Neri Marcorè, sempre e comunque bravissimo, ci ruba più di qualche sorriso mostrandoci, guardando al passato, Casini, Pierferdy/latin lover e Gasparri – di fronte alla tv mentre si riguarda in vecchie puntate di Porta a Porta -, quando si volge al presente può solo camuffare Monti travestendolo da Casini per strappare un sorriso dicendo: “Monti non esiste, è un cane di paglia”. Molto di Parla Con Me resta in The Show Must Go Off: quelle interviste sul famoso divanetto rosso sembrano dilatate al massimo, poco raccolte, lo spettatore è spaesato nel vuoto di uno studio più grande, più “da sabato sera”, perdendo il “luogo” dell’intervista – Tiziano Ferro parla della sua omosessualità seduto sui gradini, Zucchero sviscera il suo amore per le donne e per la sua terra su un divanetto verde. Ad interrompere tali discorsi c’è Vergassola, sempre uguale a se stesso, a cui cadono in testa i tweet, orfano del divanetto-trolley; i siparietti canori nella prima puntata, degli Elii, sempre sagaci, divertenti, intelligenti. Nella seconda il terzetto Gazzè/Fabi/Silvestri che ci raccontano di un’Italia allo sfascio – “Fallirò, fallirò con i partiti di questo paesino; fa finta che tutto è normale, fallire in un giorno in Europa” – e delle multinazionali. Molti sono i momenti divertenti in The Show Must Go Off, ma c’è qualcosa che manca e non può essere solo il vuoto dei Fratelli Guzzanti. Se alcuni momenti sono più riusciti di altri, prendendo in giro tv e cultura – i racconti italiani di Zoro; Cristina Laura Biagiotti del Canta bambino canta, figlio di tutti i talent, intonano canzoni a chiaro sfondo sessuale, dimostrando di essere non degli infanti ma dei piccoli mostri; Baricco, novello puttino, che si erge a detentore del sapere e colto declamatore, con la boria di chi si sente unus civis/unico cittadino tra barbari; Vergassola Mentanizzato che realizza un tg con le notizie cestinate dal “Dio maggiore”, deus ex machina dell’intera rete – altri invogliano addirittura a cambiare canale. Se è vero che “Dopo Berlusconi avremmo appoggiato anche un governo Povia”, è anche vero che dovremmo chiederci come mai, orfana di “servo encomio e codardo oltraggio”, la satira abbia perso il suo smalto.

The Show Must Go Off [id. Italia 2012] IDEATORI Serena Dandini.
CAST Serena Dandini,Dario Vergassola, Elio e le Storie Tese, Neri Marcoré, Max Paiella, Diego Bianchi, Paola Minaccioni, Lillo e Greg, Ascanio Celestini.
Varietà/Satira, durata 150 minuti (episodio), stagione 1.

 

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