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Biancaneve e il cacciatore

venerdì 22 Giugno, 2012 | di Alice Cucchetti
Biancaneve e il cacciatore
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La storia infinita
Tra un’incantevole strega, un Cappuccetto Rosso sangue e i prossimi Hansel e Gretel a caccia di demoni, le fiabe sembrano, ultimamente, godere di un’inaspettata popolarità. Quella di Biancaneve su tutte. Filo conduttore della serie Once Upon a Time e protagonista pochi mesi fa di un aggiornamento firmato Tarsem Singh, la principessina innocente perseguitata dalla matrigna gerontofobica torna sui nostri schermi nell’ennesima versione, questa volta accompagnata dal Cacciatore.

Ci si potrebbe domandare se quest’insistenza derivi da una necessità diffusa di ritorno agli archetipi, o se vi si possa individuare una rilettura contemporanea dell’ossessione sociale per l’estetica. Ma nello specifico caso di Biancaneve e il Cacciatore sembra si tratti solo della fobia che i produttori nutrono per la fine del fenomeno Twilight. Come già per Hunger Games, non si può prescindere infatti dal target di riferimento, che è quello adolescenziale (quasi) orfano della love story Edward Cullen/Bella Swan. Non solo perché l’interprete della protagonista è la medesima Kristen Stewart, ma perché pare che al centro della storia ci sia un identico personaggio. Un’eroina graziosa e buona fino alla carie dei denti, in grado di ammaliare spettatori, nani, fate e troll di montagna senza motivazioni meglio esplicitate di un “perché sì”. Come già in Tarsem Singh, l’interesse risiede più nel villain, la perfida regina qui impersonata da una dorata Charlize Theron, cui si aggiunge, nella sorpresa generale, la presenza sfumatamente autoironica di Thor/Chris Hemsworth, nei panni del Cacciatore promosso a coprotagonista. Il regista esordiente Rupert Sanders viene dalla pubblicità, e si vede: nella messa in scena spettacolare – in alcune sequenze davvero una gioia per lo sguardo – sta il valore più evidente (l’unico?) di Biancaneve e il Cacciatore, grazie a intuizioni visive che inseguono la meraviglia propria del genere fantasy (con citazioni più o meno dirette al classico Disney, riferimenti jacksoniani e qua e là un’atmosfera da fantastico anni ’80 potenziato dall’odierna computer graphic). Ma, sorvolando sull’impreparazione attoriale della Stewart (per nulla aiutata da una sceneggiatura che si preoccupa di dettagliare maggiormente la regina cattiva, abbandonando Biancaneve in un limbo di abbozzata superficialità), il nodo insolvibile sta nel punto di partenza: conosciamo a memoria la fiaba fin dalle nostre notti infantili, non abbiamo modo di temere davvero per la sorte di chicchessia e la scelta di inscrivere tutto dentro il registro dell’epica, per quanto riuscita dal punto di vista immaginifico, sconfina nel ridicolo, stridendo con la materia del racconto. Ancor più alla notizia che, dato il grande successo commerciale in patria, pare sia in preparazione addirittura un sequel. Apprezziamo che, per una volta, la parabola non si chiuda con lo stucchevole matrimonio antifemminista ma, a ripensarci bene, quasi rimpiangiamo la finitezza rassicurante del ritornello “… e vissero per sempre felici e contenti”.

Biancaneve e il cacciatore [Snow White and the Huntsman, USA 2012] REGIA Rupert Sanders.
CAST Kristen Stewart, Chris Hemsworth, Charlize Theron, Sam Claflin, Noah Huntley, Liberty Ross,Bob Hoskins, Toby Jones.
SCENEGGIATURA Hossein Amini, Evan Daugherty, John Lee Hancock. FOTOGRAFIA Greig Fraser. MUSICHE James Newton Howard.
Avventura/azione, durata 127 minuti.

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