ViaEmiliaDocFest 2012 – Festival del documentario on-line
L’insostenibile prigionia dell’essere
Sofferenza. Nostalgia. Libertà. Quanti sentimenti possono essere taciuti e celati all’interno di quattro mura, in cui la sopravvivenza si erige a lotta per la dignità?
Per rispondere a ciò, Cristina Oddone è entrata in punta di piedi nel carcere di Marassi (Liguria), dando voce e volto a chi volto e voce non ha più. In questo suo quarto documentario, Loro dentro, la regista savonese continua la propria missio accademica inerente lo studio delle carceri italiane, che arriva a coincidere con una delle tematiche cinematografiche attuali. Se sorvoliamo su una nota opera italiana coronata dal Gran Prix francese un anno fa, troviamo altri titoli minori che hanno ampliato l’orizzonte del panorama europeo solo nell’ultimo biennio: dall’italiano Dalla vita in poi (Lazotti, 2010) al rumeno If I Want To Whistle, I Whistle (Serban, 2010), dall’americano Viaggio in Paradiso (Grunberg, 2011) all’austriaco Breathing (Markovics, 2011). Tutte storie di intrecci in cui la vita umana si riduce, metaforicamente e non, a prigionia di idee e passioni. Un argomento che arriva al culmine dopo anni di contestazioni sullo status disastroso in cui riversa il sistema giudiziario dei penitenziari, arrivati a un livello di sovraffollamento enorme: in quello di Marassi, ad esempio, si stimano ottocento persone contro le quattrocento previste. La Oddone però non denuncia, non critica, ma semplicemente osserva impassibilmente, coniando un linguaggio documentaristico ricercato. Non si affida a inquadrature fredde, distaccate, ma a relazioni intime, focalizzate sulla corporeità dei personaggi: il corpo diventa la prigione e al tempo stesso lo sprigionamento dell’anima. Il pieno della folla contro il vuoto degli spazi, dei colori, degli oggetti. La cineasta dimostra abilità tecnica (data dalla gavetta nella venezuelana Avila Tv), giocando sulle variabilità del ritmo, dalla lentezza alla frenesia, e abilità tematica, donando nuova luce a un mondo tanto misterioso quanto inquietante. Ne emergono gruppi sociali, sprazzi di depressione e al tempo stesso di svago, confessioni joyciane: “I ragazzi hanno cominciato spontaneamente ad aprirsi, mostrando se stessi, i loro segni e i loro tatuaggi”. Non, quindi, un rifacimento meno poetico del capolavoro dei Taviani, ma una rielaborazione visiva, tematica, etica, di una nota dolente italiana e non, tanto da essere premiata al Genova Film Festival, nella sezione “Obiettivo Liguria”.
Loro dentro [id., Italia 2012] REGIA Cristina Oddone.
CAST Attori non professionisti. MUSICHE Modus.
Documentario, durata 42 minuti.