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27° Festival del Cinema Latino Americano

mercoledì 31 Ottobre, 2012 | di Martina Bigotto
27° Festival del Cinema Latino Americano
Festival
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Festival del Cinema Latino Americano, Trieste, 20-28 ottobre 2012

Riscattare un’intero continente attraverso il cinema
Si è conclusa il 28 ottobre 2012 la XXVII° edizione di questo Festival che ogni anno rinnova il proprio desiderio di fungere da ponte tra le espressioni artistiche del Nuovo e del Vecchio Continente, nel tentativo di ridurre la distanza sia geografica che virtuale che li separa.

E nella vasta gamma di tipologie e di titoli presentati, sono molte le opere interessanti che figurano sia tra la rosa dei film premiati che tra quelli rimasti a bocca asciutta. A partire dal Premio al Miglior Film, Tiempos menos modernos, coproduzione argentino-cilena che narra di quello che sembra un curioso esperimento antropologico, ma che in realtà è una profonda riflessione del regista Simón Franco sulla capacità mediatica di condizionare la vita e il modo di percepire la realtà. Un anziano e solitario argentino di origini tehuelche trascorre le sue giornate lontano dalle comodità moderna occupandosi della sua modesta proprietà, immersa nella sperduta Patagonia, finché un giorno vede inaspettatamente recapitarsi dalla Gendarmeria Nacional una misteriosa scatola contenente un televisore dotato di antenna satellitare. Le prime immagini che vedrà attraverso quella bizzarra scatola magica saranno, non a caso, quelle de Il grande dittatore di Chaplin: da quel momento niente sarà più come prima. La vida “era” en serio (Borda Saénz) è invece una brillante commedia che racconta del ripensamento che Gabriela, madre e lavoratrice molto impegnata su tutti i fronti, opera a seguito dell’amicizia intrecciata con una nuova collega dallo stile di vita molto liberale: un tentativo per far intravedere un lato differente e poco conosciuto della Colombia, molto distante da quello violento spesso trasmesso in tv. Il venezuelano Cenizas eternas (Premio per la Migliore Colonna Sonora) porta in scena l’eccezionale viaggio alla scoperta di sé stessi e degli altri che Ana, una giovane madre sopravvissuta a un drammatico incidente sulle sponde dell’Orinoco, compie nella natura selvaggia della foresta tropicale dove regnano incontrastati gli indigeni. Marichiweu, venceremos por siempre, che racconta del ritorno in Cile del musicista Marcelo e della sua decisione di mettere la propria arte a servizio della causa perpetrata dalla sua comunità indigena, e Más corazón, un originale road movie sul viaggio che Ricardo González e lo stesso regista compiono in Europa potendo contare solo dei soldi racimolati dalle performance di strada del primo, sono gli intensi documentari che il giovane Andrés Lübbert ha deciso di incentrare sull’eccezionale capacità della musica di far interagire tra loro le persone. Colegas di Marcelo Silva Galvão è la storia commovente di tre ragazzi affetti dalla sindrome di Down, i quali, ispirati da Thelma & Louise, scappano dal loro istituto a bordo di un’auto d’epoca per conoscere il mondo. Mentre percorrono le strade brasiliane in cerca delle realizzazioni dei loro sogni, diventano per sbaglio i ricercati numero uno dalla polizia nazionale. Un racconto poetico ed emozionante, che si è meritatamente aggiudicato il Premio del Pubblico. Tutte opere che ribadiscono che tra gli obiettivi principali di questa kermesse cinematografica c’è sicuramente il desiderio di far conoscere al di fuori del Cono Sur le specificità e le identità culturali dei paesi che lo compongono, al fine di permettere il concretizzarsi di un riscatto storico-culturale di un intero continente, spesso erroneamente relegato in secondo piano o visto più in un’ottica di soggetto passivo della cultura piuttosto che come schietto autore di opere artistiche.

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