INEDITO – USA 2013
Apri gli occhi!
C’è una mia conoscente che ha scritto un romanzo ambientato in India: il Paese descritto da lei, sia nelle pagine del libro che nelle interviste che ha rilasciato, è spiritualmente e visivamente fantastico e rilassante. Not Today di Jon Van Dyke dimostra, realisticamente parlando, che così non è.
Caden è un giovane rampollo di una famiglia ricca americana; quando si reca in India con un gruppo di amici per spassarsela, si renderà conto che il suo mondo non è purtroppo l’unico esistente: in India incontrerà Kiran e Annika, padre e figlia che per combattere la povertà finiranno per essere vittime del traffico di esseri umani, e Caden cercherà di aiutarli. La pellicola vorrebbe essere una docu-fiction che denuncia la tratta di esseri umani, che in India ha un triste primato prostituzione minorile compresa, ma gli intenti nobili del regista finiscono per mettere in ombra la messa in scena. Non mancano ritmo e azione, e la onnipresente camera a mano rende la forma ancora più reale, se non fosse per una regia anonima che dirige male gli attori e spesso utilizza una fotografia da serie Z e una morale di fondo che irrita non poco: l’incipit ci mostra la vita agiata di Caden in contrasto con la povertà delle sequenze in India con conformismo banale e superficiale. L’intento è però chiaro e forse si riesce a chiudere un occhio sulla sostanza anche se il risultato finale è mediocre. Il risvolto della medaglia, o meglio, la realtà che dovrebbero affrontare pellicole comiche alla Una notte da leoni è quello di giovani che vanno a divertirsi in terre esotiche senza badare a ciò che li circonda, ovvero una situazione di degrado che i lustrini riescono a mascherare bene. Un discorso ammirevole, ma l’elemento più ribelle che Van Dyke evidenzia è un altro: la fede, la religione (personificate dalla fidanzata di Caden) dovrebbero “spiegare” le situazioni presenti in India, o meglio la Chiesa che tanto è presente in quei Paesi non riesce ad impedirle; spesso infatti sono azioni che esistono grazie ai dogmi religiosi per i quali l’essere umano è ancora un numero. Kiran e Annika sono Dalit di nascita, i “fuori casta” della società e religione induista, e per questo la loro vita non potrà mai cambiare, una “legge” idiota per i nostri tempi e a cui nessuno dovrebbe essere soggetto. Not Today è un documento vitale, ma è lecito interrogarsi sul perchè il regista abbia voluto virarlo in un film di finzione e non abbia invece abbracciato la forma documentaristica. Da sottolineare che la bambina Annika è una sopravvissuta alla tratta di essere umani, salvata da un’associazione che sui titoli di coda ci viene fatta conoscere dalla troupe del film. Fermarsi a vedere Not Today è di sicuro un atto dovuto, sembra banale dirlo, ma c’è ancora al mondo chi sta peggio di noi.
Not Today [Id., USA 2013] REGIA Jon Van Dyke.
CAST Cody Longo, Walid Amini, Persis Karen, John Schneider, Shari Rigby, Cassie Scerbo.
SCENEGGIATURA Jon Van Dyke. FOTOGRAFIA Abraham Martinez. MUSICHE Don Harper.
Drammatico, durata 103 minuti.