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Do Not Disturb

mercoledì 1 Gennaio, 2014 | di Marco Longo
Do Not Disturb
Inediti
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INEDITO – FRANCIA 2012
Una personalità dalle molte facce
Curioso remake dell’americano Humpday di Lynn Shelton, Do not disturb racconta sotto forma di commedia la crisi identitaria di due amici di vecchia data alle prese con l’esplorazione intima del proprio rapporto.

Quando Jeff, artista grossolano e giramondo, torna dal Messico e bussa alla porta del vecchio compagno di studi Ben, nel pieno del routinario ménage familiare con Anna, la vita di Ben viene immediatamente travolta dallo stile dissoluto dell’amico – alcol, fumo, festini – e dagli improbabili incontri con la comunità pseudoartistica che è solito mediacritica_do_not_disturbbazzicare. La vicenda ha il suo primo punto di svolta quando durante un party i due amici, completamente sbronzi, decidono di partecipare a un noto festival di pornografia amatoriale con un film in cui faranno sesso assieme. L’idea sembra trovarli d’accordo in nome dell’Arte, ma da qui a realizzarla entrambi dovranno affrontare i fantasmi della propria eterosessualità e, nel caso di Ben, il dettaglio non indifferente del prezioso matrimonio con Anna. Partendo da uno spunto non originale, Attal costruisce come in molto suo cinema un intreccio a tre personaggi – le bisessuali interpretate da Asia Argento e Charlotte Gainsbourg sono, ahinoi, soltanto comparse fugaci; in questo triangolo che sovrappone l’amicizia maschile all’amore trovano immediato risalto i confini dell’orientamento sessuale di ciascuno, le aspettative e i giudizi degli altri, i segreti più profondi e ineffabili di personalità a dir poco smarrite. Non solo l’intreccio è destinato a un prevedibile nulla di fatto, ma tutta la storia suggerisce come il percorso di coscienza di Ben – chiamato a confessare i propri tabù, desideri, tradimenti – sia destinato a legittimare lo status quo di partenza, dove l’amicizia con Jeff non potrà mai essere amore e l’amore di Anna resterà qualcosa per cui lottare. Attal costruisce, senza troppa fantasia, una regia tutta a favore del ritmo e molto prossima agli attori, generosi nel mostrarsi imperfetti in frequenti scene di nudo: François Cluzet, divo francese del momento, ha il suo talento, ma l’Anna di Laetitia Casta è il più bel ritratto del film. Anche per l’abuso di camera a spalla e di primi piani a riempire il formato panoramico dell’immagine, ne deriva una commedia un po’ diversa dal solito ma priva di incisività drammaturgica, dove a prevalere è in definitiva il malinconico disorientamento collettivo che abita la vicenda. Sotto sotto, il film ha il suo merito nel ribadire con ingenua levità che l’Arte non potrà mai prescindere dalla vita che facciamo, dai sentimenti che nutriamo, e che artista non sarà mai chi sfida o sperimenta l’impossibile, tantomeno in camera da letto, ma piuttosto chi trasfigura il limite della propria confusa esperienza.

Do not disturb [id., Francia 2012] REGIA Yvan Attal.
CAST Yvan Attal, François Cluzet, Laetitia Casta, Asia Argento, Charlotte Gainsbourg.
SENEGGIATURA Yvan Attal, Olivier Lécot. FOTOGRAFIA Thomas Hardmeier. MONTAGGIO Jennifer Augé.
Commedia, durata 88 minuti.

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