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200 Motels (1971)

sabato 8 Febbraio, 2014 | di Mattia Filigoi
200 Motels (1971)
Film History
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SPECIALE VITE IN MUSICA
Touring can make you crazy
“Quelli tra voi che non sopportano i Mothers e hanno sempre pensato che noi non siamo altro che un mucchio di pervertiti mezzi sordi, sappiano che 200 Motels confermerà i loro peggiori sospetti”. Chissà in quanti, usciti dalla prima di 200 Motels, il 29 ottobre 1970, al Doheny Plaza di Beverly Hills, avranno preso sul serio questa ironica frase pubblicitaria pronunciata dallo stesso Frank Zappa.

200 Motels è il primo lungometraggio ufficiale di Zappa: la United Artist aveva deciso di distribuirlo, probabilmente per cavalcare l’onda della moda dei film psichedelici, che da Easy Rider in poi significavano dollaroni. In 200 Motels c’era tutto: grandi star della musica (Keith Moon, Ringo Star, lo stesso Zappa);mediacritica_200_motels1a i Mothers nella loro nuova formazione con due superstar come cantanti, Howard Kaylan e Mark Volman (cioè i Turtles, quelli di Happy Togheter); un aspetto psichedelico e coloratissimo, dove non si capisce cosa diavolo stia succedendo e soprattutto se stia succedendo qualcosa. 200 Motels era un film perfetto per tutti i figli dei fiori e i loro strambi gusti lisergici.
Purtroppo per la United Artist, il film era a tal punto ingarbugliato, ridondante, caotico e osceno da scontentare anche il più allucinato degli hippie. 200 Motels presentava una serie di bizzarrie alquanto sconnesse: relazioni amorose con aspirapolvere industriali, pozioni fumanti che se ingerite trasformano in mostri, qualche nudo, spot a cartoni animati sull’igiene orale, Keith Moon vestito da suora inseguito da Ringo Star vestito da Zappa, i Mothers che si scannano per la groupie più interessante, orchestrali rinchiusi in un campo di concentramento e una lunga processione religiosa dove tutti gli attori intonano Penis Dimension.
Basandosi sui fatti raccolti da Zappa in cinque anni di tour con i Mothers of Invention originali (1965-70) – più un anno scarso con i nuovi Mothers, più giovani, scatenati, perversi, infantili – la trama di 200 Motels è riassunta all’interno del film: un documentario su come “andare in tour possa renderti pazzo”. Un documentario del tutto agli antipodi delle sue forme tradizionali, dove Zappa traduce in fotogrammi la sua particolarissima metodologia di composizione musicale, con forti riferimenti all’album We’re Only In It For The Money (1968), un misto di situazioni contrastanti giustapposte l’una all’altra, una sopra l’altra, accelerate e riavvolte, effettate e ripetute improvvisamente nei punti più assurdi per sviluppare commenti comici e satirici. Eppure, superata una prima sensazione di totale anarchia, una recitazione spesso cagnesca, un uso alle volte esagerato degli effetti grafici (era la seconda volta in assoluto che un film veniva girato in video per poi trasferirlo su un 35mm), canzoni composte da un elenco di sinonimi della parola “pene” e un sacco di viscidi riferimenti sessuali, 200 Motels si rivela come una delle più sincere e appassionate testimonianze di un’epoca storica, culturale e artistica piena di stimoli e contraddizioni. Un’opera che molto probabilmente risulterà indigesta e/o incomprensibile a chi di Zappa poco o nulla sa, ma che merita piena attenzione per la sua unicità nel panorama cinematografico. Da rivalutare.

200 Motels [id., USA 1971] REGIA Frank Zappa [e Tony Palmer].
CAST Theodore Bikel, Ringo Starr, Keith Moon, Howard Kaylan, Mark Volman, Janet Neville-Ferguson, Lucy Offerall, Jimmy Carl Black, Don Preston, Frank Zappa.
SCENEGGIATURA Frank Zappa. FOTOGRAFIA Tony Palmer. MUSICHE Frank Zappa, The Mothers of Invention.
Sperimentale/Documentario/Musical, durata 98 minuti.

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