Radici. Identità. Ombre.
Non si può non restare affascinati dalla vicenda produttiva e distributiva di Goodnight Sofia. Perché l’ideatore Leonardo Moro – assieme al sodale Lorenzo Robusti – ha intrapreso un percorso non molto praticato in Italia: quello del creative commons. Si inizia con un investimento minimo (e qui si parla dell’acquisto di un dominio web e di un hard disk), si gira a bassissimo budget e si parte con la libera circolazione del film.
Niente marchio Siae, troupe ridotta all’osso e soprattutto nessun nume tutelare a supportare il progetto. Nessun “mecenate”, per dirla con il regista Moro, e nessuna porta a cui bussare (coi relativi obblighi da seguire). Se esiste una vera indipendenza del cinema italiano, Goodnight Sofia ne è un esempio lampante. Per vedere il lavoro finito – che nel frattempo è passato da Hanoi a Berlino, da Sarajevo a Portland, fino a Melbourne – basta collegarsi al sito goodnightsofia.net. Va da sé che l’obiettivo primario di un’idea come questa non è la ricerca di danaro ma (udite udite!) la semplice e fondamentale divulgazione dell’Opera d’Arte. Una rivoluzione. Goodnight Sofia è un film sull’infanzia e sulla memoria, astratto e al contempo legato alla visione del gesto quotidiano, “reale”. C’è una ragazza colpita da un grave lutto che parte per un viaggio alla riscoperta di se stessa, ci sono le immagini di una metropoli oscura ma familiare, c’è un monologo interiore che parla di assenza, di gioventù che non perdona e della solitudine dell’essere umano. Versi tratti da Brodskij, Rimbaud, Strand e Transtromer che costruiscono una narrazione che ci accompagna attraverso i luoghi impervi della pellicola come una storia raccontata da una persona a cui abbiamo voluto bene e di cui ci fidiamo. Goodnight Sofia è un film che parla e che tace, che ammalia e poi abbandona, lasciandoci soli nel buio dello schermo o nei “rumori di sottofondo” della pioggia battente e delle auto sull’asfalto grigio. Si toccano pensieri che passano e sfuggono via rapidi, si materializzano scene vere o solamente immaginate, sognate. Come nella poesia non tutto è spiegato, restano delle sfumature e delle questioni in sospeso. Ed è per questo che il profondo lavoro di ricerca di Moro – incrocio di home movies, frammenti fotografici e sequenze tratte da film di Ejzenstejn, Griffith, Jean Vigo – è poco adatto ai circuiti tradizionali. Nel suo percorso di totale indipendenza il duo Moro-Robusti utilizza un linguaggio visivo non immediato, che richiede un pubblico interessato e coinvolto. Come l’immagine di repertorio del funambolo che cammina e salta sul filo a metà film, Goodnight Sofia è un’opera lieve e in apparenza fragile, e che pur tuttavia sta in perfetto equilibrio, compiuta e solida, con un’identità forte e complessa che non lascia indifferenti.
Goodnight Sofia [Italia 2012] REGIA Leonardo Moro.
CAST Lucia Telori, Nikolina Yancheva, Domenico Pelini (voce narrante).
SCENEGGIATURA Leonardo Moro, Lorenzo Robusti. FOTOGRAFIA Lorenzo Robusti. MUSICHE Dorothy Hayden.
Drammatico/Sperimentale, 54 minuti.