La cognizione del dolore
Vita e morte. Dolore e rassegnazione. Incrociare le braccia e farsi sopraffare dagli spasmi della sofferenza. Claire è sopravvissuta ad un terribile incidente di cui porta ancora le cicatrici, giorno dopo giorno patisce le pene dell’inferno: dolori muscolari lancinanti corrono lungo il suo corpo, tormenti interiori squarciano mente e cuore.
Questo racconta Cake, il film diretto da Daniel Barnz e scritto da Patrick Tobin, film che si regge sulla protagonista, Jennifer Aniston, anche produttrice della pellicola; è evidente che l’attrice si sia confezionata su misura il suo primo ruolo drammatico. Claire non è più la stessa, allontana tutti coloro che le sono stati vicini, dal marito agli amici, 
addirittura il gruppo d’ascolto di cui fa parte la caccia a causa del suo comportamento. L’unica compagna, oltre alle pillole che addolciscono il suo vivere, è Silvana (Adriana Barraza), la domestica nativa del Messico che la segue, si prende cura di lei e ne accetta la misantropia; è delicato e intenso il loro legame che prende le forme del rapporto madre-figlia. Claire mostra caparbiamente il suo fastidio verso il genere umano, espone ostinatamente le sue cicatrici – simbolo di quelle interne –, si muove tenacemente con il suo aspetto appesantito. Il corpo attoriale di Aniston, messa da parte la sua vena comica, si piega al dolore, si torce, si arrabbia, sbraita, mugugna: la sofferenza è insopportabile e l’ira per ciò che le è successo straripa da ogni parte. L’attrice con questo film – che doveva essere un cortometraggio – tenta di ridefinire se stessa, uscendo da un certo cliché cucitole addosso dopo aver indossato per anni i panni di Rachel in Friends. Se Julianne Moore – in virtù della malattia che colpisce il suo personaggio – in Still Alice sottrae, la Aniston aggiunge: si appoggia dolorosamente alle pareti, si contorce esasperando gesti, movenze, espressioni. Il suicidio di Nina, una compagna del gruppo di sostegno, smuove in lei curiosità e sentimenti: la ragazza, moglie di Roy (Sam Worthington) e madre, tormenta Claire, la spinge a interrogarsi sull’esistenza e sulla morte, in un’altalena di liberazione e caduta. Claire non vuole essere salvata e incontra Roy, che non la può salvare, che deve lottare per sopravvivere e per accompagnare nella crescita suo figlio. Il problema di Cake, semplice e lineare, forse troppo, è il ritmo, lento, letargico e statico, che in questo caso non è utile ad una profonda analisi dei personaggi. Si percepisce il dolore, il disagio di Claire solo grazie all’interpretazione di Aniston, dei suoi occhi straziati e affaticati, ma il film talvolta si perde nel suo stesso vortice.
Cake [id., USA 2014] REGIA Daniel Barnz.
CAST Jennifer Aniston, Adriana Barraza, William H. Macy, Anna Kendrick, Sam Worthington, Chris Messina.
SCENEGGIATURA Patrick Tobin. FOTOGRAFIA Rachel Morrison. MUSICHE Christophe Beck.
Drammatico, durata 92 minuti.