Demon Story
Spesso quel che succede a una saga di successo è di creare una genesi che ne delinei meglio una genealogia, l’Inizio o le Origini come spesso le titolazioni italiane tendono a rimarcare. In ambito horror questo genere di realizzazioni fanno perno su un senso arcano e misterioso che il passato può suscitare percettivamente, come se ciò che viene reso protagonista fosse qualcosa di talmente terribile che solo il tempo è in grado di nascondere.
Insidious 3 – L’inizio rientra in questa logica, come allo stesso modo è stato per Annabelle, il prequel di L’evocazione – The Conjuring. Entrambi i capitoli capostipiti, tra le più interessanti pellicole horror degli ultimi anni, sono stati diretti da James Wan, che ha interceduto a favore di due suoi stretti collaboratori, John R. Leonetti per Annabelle e Leigh Whannell per Insidous 3. C’è una sorta di trasmissione fiduciaria del brand insomma, che ha portato tutto sommato a risultati positivi, mai banali o quantomeno con una certa personalità e privi di un’eccessiva filiazione stilistica da Wan. Insidious 3 narrativamente non si discosta molto dagli altri episodi, anzi normalizza la formula entro i più canonici stilemi del possession movie. Collocato temporalmente qualche anno prima del caso Lambert, racconta di Quinn Brenner che, nel tentativo di contattare la madre deceduta, attira su di sé un demone dell’Altrove, dimensione parallela alla nostra albergata da anime in pena imprigionate da spiriti maligni. A venirle in soccorso ci sarà la medium Elise, vero perno della serie, che però a sua volta porta anche l’entità costante in Insidious, il demone della sposa in nero. Ritornano quindi le figure più riconoscibili della serie, insomma niente di più e niente di meno di quel che ci si potesse aspettare; se non (a sorpresa) una certa cattiveria nei confronti di Quinn, letteralmente presa a botte dall’inizio alla fine dal demone che non respira, e immobilizzata fin quasi da subito dopo un incidente che le provoca la frattura di entrambe le gambe. Insidious 3 in sostanza perde quella natura insidiosa e strisciante dell’orrore che compariva a tradimento negli anfratti dell’inquadratura, per omologarsi a una più comune sequela di jump scares piuttosto prevedibili, ma in cui l’immobilizzazione della protagonista cambia in parte le carte in tavola. Quinn, quasi novella James Stewart di La finestra sul cortile, è succube del demone fisicamente, inibita a fuggire o allontanarsi come una preda in attesa del cacciatore. Chiaro, siamo lontani da qualunque pretesa teorica, Insidious 3 non inventa nulla, semplicemente ribalta inusualmente il cono dell’azione orrorofica nei film dedicati alle possessioni. In quanto è il male a dirigersi fisicamente alla vittima e non con l’intento di farsi trovare in qualche anfratto buio dell’inquadratura. Qualcosa in più del solito capitolo dedicato “all’Inizio delle Origini della Genesi”, che fa il suo dovere di mantenere in caldo il brand per il probabile futuro sequel.
Insidious 3 – L’inizio [Insidious: Chapter 3, USA 2015] REGIA Leigh Whannell.
CAST Dermot Mulroney, Stefanie Scott, Lin Shaye, Leigh Whannell.
SCENEGGIATURA Leigh Whannell. FOTOGRAFIA Brian Pearson. MUSICHE Joseph Bishara.
Horror, durata 98 minuti.