SPECIALE CENT’ANNI DI INGRID BERGMAN
Tra misteri e culture
Durante il viaggio dell’Orient Express che porta i suoi passeggeri da Istanbul a Londra, Poirot si trova ad investigare su un omicidio quanto mai sospetto. I passeggeri provengono da nazioni diverse e ognuno di loro porta il suo contributo alla vicenda, riflettendo la varietà di culture presenti sul convoglio ferroviario. L’ispettore non mancherà di dare opportuna spiegazione ai fatti accaduti… oppure no.
Assassinio sull’Orient Express mette in scena il panorama culturale molto variegato rappresentato già sulle pagine dell’omonimo libro di Agatha Christie. Ogni personaggio porta tratti distintivi della propria posizione sociale e tradizione culturale, pur senza stigmatizzarle in meri stereotipi. Il crogiuolo culturale che si mescola e unisce per motivi superiori ai singoli individui sfreccia sulle rotaie, attraversando al tempo stesso l’intero territorio europeo bloccandosi (causa neve) in una zona imprecisata del Balcani: ancora una volta, quindi, ci si stabilisce in una zona ad alta varietà culturale. Questa mescolanza di culture e di tratti che definiscono le varie personalità, si riflettono nelle scelte e nella carriera di Ingrid Bergman. Personalità nordica come le sue origini e interpretazioni passionali come l’Italia (in un certo senso sua patria elettiva) hanno saputo conciliarsi con le modalità produttive e divistiche hollywoodiane. Nonostante le conseguenze delle scelte attoriali della Bergman abbiano potuto danneggiare, in un primo momento, i suoi rapporti con le maggiori case produttrici cinematografiche, la multiformità della carriera dell’attrice svedese ha reso agli spettatori in ogni occasione un particolare connubio delle sue diverse patrie (naturali o elettive che fossero). Il film si districa tra le varie figure presenti sullo schermo, lasciando che Poirot ricongiunga i fili della storia in maniera plausibile, traendo da ognuna delle persone coinvolte indizi e tracce in accordo con le loro storie personali. Lumet mette in risalto proprio questo elemento: ancora più che nel libro originario, usi e costumi dei personaggi si scontrano quasi stridendo nei vagoni del treno, per poi trovare coordinamento e armonia nella creazione di un’ipotesi di storia passata comune. Senza ricorrere a inquadrature angolate o tonalità particolarmente noir, il giallo si dipana nel film seguendo le personalità presenti sul treno, piuttosto che indizi e tracce lasciate dal presunto assassino, rendendo unica la narrazione di un omicidio che solitamente poggerebbe sull’intrigo di dettagli e prove indiziarie.
Assassinio sull’Orient Express [Murder on the Orient Express, Gran Bretagna 1974] REGIA Sidney Lumet.
CAST Albert Finney, Lauren Bacall, Ingrid Bergman, Sean Connery, Anthony Perkins, Vanessa Redgrave.
SCENEGGIATURA Paul Dehn. FOTOGRAFIA Geoffrey Unsworth. MUSICHE Richard Rodney Bennett.
Giallo, durata 128 minuti.