72a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, 2-12 settembre 2015, Lido di Venezia
SPECIALE VENEZIA 72
Sulle orme di Larraín
Quest’anno la Mostra del Cinema di Venezia ha proiettato diversi film provenienti dall’America Latina (per Barbera la cinematografia attualmente più interessante del mondo), come dimostra anche il concorso ufficiale, che ha ospitato l’argentino El Clan di Pablo Trapero e il venezuelano Desde allá dell’esordiente Lorenzo Vigas.
Quest’ultimo narra la vicenda di Armando, un uomo di mezza età che adesca e paga degli adolescenti per vedere i loro corpi e basare su questi le proprie azioni autoerotiche. Un giorno, il protagonista s’innamora di uno di loro, Elder, un teppista che vive in un quartiere povero di Caracas. Inizialmente respinto, picchiato e derubato, con il susseguirsi del tempo Armando sarà ricambiato dal ragazzo. Desde allá assomiglia fin da subito ad alcuni film di Pablo Larraín. Un’impressione trasmessa sia dalla presenza di Alfredo Castro (attore-feticcio del regista cileno) nella parte di Armando – personaggio forse meno terrificante del Raúl di Tony Manero e del Mario di Post mortem, ma altrettanto sgradevole e mediocre –, sia da alcune scelte estetiche, come il taglio di certe inquadrature, il fuori fuoco e la totale rinuncia alla musica extradiegetica. Ma tra i due autori vi è in comune anche un sottotesto che emerge tanto dalla narrazione quanto dall’atmosfera squallida e decadente: la completa assenza di ogni possibilità concreta di migliorare le proprie vite. I personaggi di Desde allá sembrano senza prospettive in un Venezuela che pare alla deriva: quello rappresentato da Vigas è un Paese chiuso e omofobo, in cui la logica dominante è quella del mercato, del profitto e della sopraffazione. Se Armando acquista l’amore ed Elder “risolve” tutto con la violenza fisica è perché questi sono gli unici strumenti che abbiano mai conosciuto, come dimostrano le complesse ma solo accennate relazioni con i loro padri. Ed è proprio in tale direzione che vanno interpretate le scelte formali prima elencante, in primis il fuori fuoco; un’idea registica che in questo caso non serve soltanto a creare un climax, ma che possiede anche una notevole valenza simbolica. Qui a essere fuori fuoco è, infatti, la speranza stessa, ovvero ogni possibilità non illusoria di riscatto morale e materiale delle proprie misere e solitarie esistenze. E anche se Vigas sembra in certi momenti ispirarsi fin troppo a Larraín (ha persino lo stesso direttore della fotografia) e il film mantiene una narrazione a tratti piatta che finisce però in modo un po’ tronco, Desde allá è comunque un’opera complessivamente riuscita per le interpretazioni dei protagonisti e, soprattutto, per delle scelte espressive assolutamente coerenti con le intenzioni dell’autore.
Desde allá (Da lontano) [Desde allá, Venezuela/Messico 2015] REGIA Lorenzo Vigas.
CAST Alfredo Castro, Luis Silva, Jericó Montilla, Catherina Cardozo.
SCENEGGIATURA Lorenzo Vigas. FOTOGRAFIA Sergio Armstrong.
Drammatico, durata 93 minuti.