7° France Odeon – Festival del Cinema Francese, 29 ottobre – 1 novembre 2015, Firenze
30 anni di cinema francese a Firenze
Si è rinnovato il 29 ottobre l’annuale appuntamento con il France Odeon di Firenze. Il Festival che inaugura i 50 Giorni di Cinema racchiude nel nome il duplice omaggio al francese Odèon di Parigi e all’omonima sala di Piazza Strozzi, che ogni anno ospita la kermesse.
Anche per questa edizione il programma del France Odeon è denso ed eterogeneo, complice la volontà di mostrare uno spaccato quanto più possibile rappresentativo, seppure inevitabilmente parziale, della cospicua produzione cinematografica d’oltralpe. Al ciclo delle proiezioni, che comprende opere inedite e film provenienti da Venezia e Cannes, si affianca il convegno Cinema: Direzione Centro che si è tenuto nella giornata di ieri a Palazzo Strozzi ed è stato trasmesso in streaming anche a Roma, Napoli e Milano. L’iniziativa, in continuità col dibattito dello scorso anno su una necessaria riforma legislativa del cinema in Italia, ha come obiettivo la nascita di un Centro Nazionale del Cinema Italiano sul modello del CNC francese. Un progetto ambizioso che, come ha sottolineato la vicepresidente Monica Barni, chiama in causa una più ampia riflessione sui finanziamenti pubblici alla cultura e allo spettacolo. Ma anche, ci verrebbe da aggiungere, una diversa considerazione socio-culturale della settima arte nel contesto nazionale. Per quanto riguarda i film proiettati, è stato Bruno Podalydès ad aprire le danze nella serata di giovedì con la commedia Comme un avion. Il regista, che nel 2014 aveva omaggiato Alain Resnais dedicandogli un’antologia di immagini, stavolta scrive, dirige e interpreta un lungometraggio sulla bizzarra crisi di mezz’età di Michel, cinquantenne insoddisfatto che si convince a realizzare i suoi sogni nel cassetto. Sembrerebbe una storia scontata se non fosse che l’ironia interviene a scongiurare il rischio di banalità, mostrando come i grandi sogni spesso nascondano ben più piccole ambizioni. È stata poi la volta di Maryland, il film di Alice Winocour, presentato quest’anno a Cannes, sullo stress post-traumatico di un militare tornato dall’Afghanistan. Un’opera dalla struttura tutto sommato classica incentrata sul rimosso delle colpe occidentali. Più intrigante il Fatima di Philippe Faucon proiettato ieri e incentrato sul tema dell’immigrazione, attraverso il vissuto di tre generazioni di donne della stessa famiglia, per le quali la lingua si fa specchio dell’identità culturale e del senso di integrazione e appartenenza. Ospite d’onore della serata è stato però Louis Garrel, interprete del Mon roi di Maïwenn, in programma questa sera alle 22.30, e regista di Les deux amis. Il suo primo lungometraggio ripropone il triangolo di relazioni già esplorato nel mediometraggio La regle de trois, peraltro con gli stessi attori, per trarne un film delicato sui rapporti umani, il gioco degli inganni e la sostanziale innocenza dei sentimenti. Anche la giornata di oggi si prospetta ricca di appuntamenti tra i quali l’anteprima mondiale di La vie très privée de Monsieur Sim di Michel Leclerc che verrà proiettato alle 18.00 sempre nella sala storica dell’Odeon.