15° Science+Fiction – Festival della Fantascienza, 3 – 8 novembre 2015, Trieste
Essi (ri)vivono
Non si tratta solo di villain mascherati scorrazzanti su BMX d’annata, di orde fameliche di guerrieri della strada o pistoleri pronti a tenere uniti gli outsider nel grande “Ka-Tet” dell’esistenza. Il trio delle meraviglie – firmato RKSS − riporta a nuova vita un intero universo celebrando in un grandguignolesco tripudio di sangue, azione e humour gli indimenticabili anni Ottanta.
E se non bastasse neanche l’armamentario corazzato post-medievale e le rovine di un mondo post-apocalittico à la Mad Max, ci sono i mangianastri, i visori per diapositive, i cubi di Rubik, il simil Power Glove Nintendo e altre diavolerie che sarebbero stati cimeli d’eccezione nel Caffè 80 di Ritorno al futuro. Perché se è vero che in Turbo Kid vi è la precisa volontà di ricostruire chirurgicamente stilemi ed estetica di un cinema fracassone, ipercinetico e iconico d’altri tempi, l’operazione-nostalgia intende (ri)assemblare il mood Eighties anche in un consapevole e ironico feticismo vintage. Così, oggetti, giocattoli e fumetti diventano mirabilia provenienti da un’era dimenticata, i duelli all’arma bianca si trasformano in irresistibili siparietti satirici inondati di fiotti di sangue e la storia di vendetta familiare chiude il topos circolare di un progetto tanto filologico quanto inebriante nel suo furore emotivo. Abili conoscitori della materia narrata i tre registi – Anouk Whissell, François Simard e Yoann-Karl Whissell – chiedono a neofiti e cultori dell’epoca di partecipare a un gioco in cui le regole sono quelle prefissate dell’action distopico e tutto ciò che si vede è pura e autentica libertà “ricombinatoria” che ci fa sentire lo stridio delle lame, il roteare di mazze, lo srotolarsi di intestini e, in sottofondo, la musica elettronica del gruppo canadese Le Matos. Ambientato nel 1997 in una landa devastata dalle piogge acide, la pellicola racconta le gesta di un orfano solitario vagante a cavalcioni della sua BMX in cerca di oggetti dimenticati e fumetti di Turbo Rider. Tra una sortita nelle terre desolate e l’altra, incontra l’eccentrica Apple e insieme iniziano a girovagare per la terra di mezzo. Quando la ragazza viene rapita dal temibile cacciatore di taglie Zeus (Michael Ironside), il Kid troverà più di una vendetta, grazie anche all’attrezzatura da supereroe che scova in un bunker e all’incontro con un cowboy dal pugno di ferro che ha più di un motivo per battersi col “mitologico” nemico. Pastiche esplosivo a propulsione – vedasi il braccio spara-raggi del supereroe –, Turbo Kid è una straordinaria anomalia della post-modernità che centrifuga in un solo film incubi, illusioni e divertissement di un’intera generazione. Ne è convinto soprattutto il perfido Michael Ironside, versione guercia del Richter di Atto di forza.
Turbo Kid [id., Nuova Zelanda/Canada 2015] REGIA François Simard, Anouk Whissell, Yoann-Karl Whissell.
CAST Munro Chambers, Laurence Leboeuf, Michael Ironside, Edwin Wright, Aaron Jeffery.
SCENEGGIATURA François Simard, Anouk Whissell, Yoann-Karl Whissell. FOTOGRAFIA Jean-Philippe Bernier. MUSICHE Jean-Philippe Bernier, Jean-Nicolas Leupi, Le Matos.
Fantascienza, durata 90 minuti.