adidas nmd city sock adidas nmd city sock adidas nmd city sock gum pack release date info adidas NMD R1 Trail adidas nmd city sock gum soles adidas nmd city sock gum pack adidas nmd city sock nmd city sock primeknit core blacklush blue adidas nmd city sock black gum where to buy adidas nmd city sock winter wool adidas nmd city sock primeknit s79150 core black adidas nmd city sock core black adidas nmd primeknit city sock black adidas nmd city sock core black lush blue release date adidas NMD R1 PK adidas nmd chukka receives og colorway NMD City Sock PK adidas nmd chukka 2 adidas NMD R1 Triple Black comparing og adidas nmd r1 nmd chukka

In questo numero

La notte degli Oscar 2016

martedì 1 Marzo, 2016 | di Marco Longo
La notte degli Oscar 2016
Review
3

I do not take tonight for granted
Strani gli Oscar: tornasole di un gusto non completamente ascrivibile alle preferenze del “grande pubblico”, rappresentano un avvenimento imprescindibile per moltissimi spettatori televisivi, tanto cinefili quanto appassionati, impegnando le ventiquattro ore dei più fra dichiarazioni di preferenza, sedicenti elucubrazioni e scommesse reali o, più prudentemente, virtuali.

L’ottantottesima edizione degli Academy Awards si è conclusa nel soffio di una notte con molti esiti che rispondevano alle previsioni e ben poche, non sempre gradite sorprese: in mezzo, un mare di parole, giudizi, aspettative, fotografie, post, tweet e pettegolezzi, manifestazioni di un ego che cerca di farsi spazio tra i divi e le dive del Dolby Theatre, rivendicare il proprio diritto a partecipare, timbrare il proprio cartellino emotivo,mediacritica_notte_oscar2016_290 estendere lo spettro di un godimento per qualche ora in più, per qualche giorno ancora. È stato l’anno della polemica sul razzismo dell’Academy, che la conduzione di Chris Rock si è impegnata a ricordare tra gustosi calembour e raggelanti frecciate; è stata l’edizione in cui per Revenant, un film che esibisce la finzione con il proposito di arrivare alla realtà (ancora dubbio il risultato, e sfacciatamente confuso con la poetica di un vero Maestro), Alejandro G. Iñárritu e Emmanuel Lubezki hanno vinto, rispettivamente, il secondo Oscar per la regia e il terzo per la fotografia consecutivi, sfidando, come sottolineato dagli arguti, tutti i grandi della Storia del Cinema che, per arrivare al primo Oscar, hanno dovuto attendere un premio alla carriera. Se la carriera di Ennio Morricone era già stata riconosciuta dall’Academy quasi dieci anni fa, il maestro italiano è riuscito nell’impresa di vincere un premio competitivo a quasi novant’anni, con quella che certo non è la sua più riuscita composizione, affettuosamente altero nel ringraziare in un quasi-romanesco che faceva tremare le gambe al traduttore. Le sue parole “Non c’è una musica importante senza un grande film che la ispiri”, pronunciate con un filo di esitazione, sono diventate su molte bacheche Facebook “Non c’è una musa importante senza un grande film che la ispiri”, omaggiando fuor da ogni logica semantica la moglie Maria, ugualmente dedicataria del premio. Se tutti volevano vedere Rocky sul palco, l’Oscar al miglior attore non protagonista è sfuggito alle mani nodose e umanissime di Sylvester Stallone, in favore di quelle gentili e un po’ aliene dell’outsider Mark Rylance. I premi alle migliori attrici, elargiti alle talentuose Brie Larson e Alicia Vikander, fanno discutere sulla sempre più giovane età delle vincitrici femminili: non si può non pensare a Charlotte Rampling, la più elegante della serata, che forse meritava la sua statuetta per la vibrante performance in 45 anni, nonostante l’infelice battuta di qualche settimana fa. Se i premi tecnico-artistici a Mad Max: Fury Road erano dovuti, avrebbe sorpreso piacevolmente anche la statuetta al Miglior Film per un’opera così folle da scardinare le regole dell’intrattenimento, ma l’Academy, si sa, spesso punta al rigore dei temi senza troppo soffermarsi sulla ricerca delle forme: da qui il premio al medio Il caso Spotlight, comunque non favorito, a cui è stato riconosciuto anche l’Oscar per la miglior sceneggiatura originale (quello per la sceneggiatura non originale a La grande scommessa). Più che prevista la statuetta a Inside Out quale miglior film di animazione, importante l’Oscar straniero a Il figlio di Saul, liberatorio infine il riconoscimento a Leonardo DiCaprio, capace di un discorso memorabile (preparato, ma memorabile) che riporta alla realtà dell’ecologia l’astrazione di Hollywood e del suo star system: “I do not take tonight for granted”, non diamo per scontato neppure il mondo in cui viviamo. Il resto scorre facile, è puro e non sempre felice intrattenimento, speculazione in diretta o a posteriori per chi guarda e “internetta”: l’amore eterno tra DiCaprio e Kate Winslet, i corpi stretti in abiti firmati e pose fotografiche, le pettinature più improbabili, i più bizzarri stacchi di regia nella diretta tv, l’occhiolino del dolce Mark Ruffalo alle telecamere, la gag di Ryan Gosling e Russell Crowe, i robot di Star Wars sul palco e quel capolavoro di micromonologo con cui Louis C.K., prima di premiare il miglior cortometraggio documentario, riporta un intero pianeta alla realtà.

3 Comments

Rispondi a Kim

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

adidas yeezy boost 350 turtle dove transcends sneakers adidas yeezy 350 boost turtle dove restock re release adidas yeezy 350 boost black release date yeezy 350 boost low yeezy boost 350 pirate black yeezy boost 350 low adidas yeezy boost 350 v2 black white yeezy boost 350 moonrock adidas yeezy 350 boost moonrock release date moonrock yeezy 350 boost legit real fake on foot look adidas yeezy boost 350 oxford tan adidas yeezy boost 350 v2 zebra another look adidas yeezy boost 350 oxford tan even more images yeezy 350 moonrock release date adidas yeezy 350 boost black adidas yeezy 350 boost low heres where you can cop the black adidas yeezy 350 boost low adidas yeezy 350 boost low adidas yeezy 350 boost 10 reasons why the adidas yeezy 350 boost will sell out instantly