Un anno e mezzo fa ho scoperto i The National. La folgorazione, avvenuta con circa otto anni di ritardo rispetto a quando sarebbe stato considerato fico e con almeno cinque rispetto a quanto sarebbe considerato accettabile, è arrivata grazie a Mistaken for Strangers, documentario realizzato da Tom, fratello minore di Matt Berninger, cantante della band, che racconta del tentativo fallito di Tom di girare un rock-doc sui National.
Nei mesi successivi – dato che i National non stanno combinando granché e devo recuperare il tempo perduto – ho iniziato a seguire i progetti solisti dei membri. Berninger nell’estate 2015 fonda insieme a Brent Knopf, musicista e amico di lunga data, gli EL VY . Quando esce il primo singolo mi precipito a mettere il like alla pagina e, già che ci sono, attivo le notifiche. In corrispondenza dell’uscita del disco fioccano avvisi che ricordano che “EL VY è in diretta proprio in questo momento via Facebook Mentions”. Facebook Mentions è un’app, uscita nell’estate del 2014, che permette agli utenti con un seguito tale da necessitare di un account verificato di interagire con i followers attraverso live streaming.
I National sono noti per essere un gruppo tristone il che, unito all’attitudine alla sbronza molesta del frontman, ha costruito l’immagine di una band guidata da un tizio parecchio infelice. Attraverso Mentions il quarantacinquenne Matt Berninger ridefinisce la sua immagine pubblica. È buffo e impacciato. Nessuna traccia della disperazione che porta sul palco. “Mia moglie non pensa che questa sia una buona idea”, dice ridacchiando in uno dei primi video. Fatica con la tecnologia. Chiama ciò che sta facendo facebooking, ma è costretto a rettificare dopo che da Facebook gli svelano il significato del termine. Le dirette sono funestate da imprevisti: i video restituiscono immagini pixellate o troppo scure, prima di interrompersi bruscamente. Berninger deve riaccedere alla app, ma ha dimenticato la password, i commenti si bloccano o scorrono troppo velocemente e lui non riesce a leggerli. Chi segue la diretta si trova davanti un uomo non meno interdetto di molti dei nostri genitori alle prese con uno smartphone. Col tempo l’impaccio diventa una cifra stilistica, anche se le difficoltà tecniche non diminuiscono.
Andando alla ricerca di altri utenti dell’app incappo in Giampaolo Morelli aka L’ispettore Coliandro. Il primo video che apro, a caso, consiste in due minuti di scuse perché, a causa del malfunzionamento della rete, l’attore non ha potuto fare la diretta durante la pausa pubblicitaria del nuovo episodio di Coliandro. Allora mi sembra di cogliere la vera natura di Mentions: non tanto di offrire l’ennesimo, ridondante insight sulla vita quotidiana delle persone famose, ma di ricordarci che, per quanti followers tu abbia, passerai comunque un sacco di tempo a riavviare il modem. D’altro canto, come raccomanda la miniguida per gli utenti dell’app: if you lose connection while live, find a place with better signal.