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The Neon Demon

sabato 11 Giugno, 2016 | di Michele Galardini
The Neon Demon
In sala
19
Voto autore:

Keanu Reeves non è più l’Eletto
Jesse, una modella non ancora maggiorenne, approda a Los Angeles con il sogno di diventare una star. Qualcosa in lei strabilia gli stilisti, i fotografi e le agenzie di moda, tanto da permetterle di scalare a velocità supersonica la salita che porta al successo. Le colleghe più anziane esprimeranno la loro invidia con metodi sempre più feroci e sempre meno convenzionali.

C’era una volta Keanu Reeves, Neo, l’Eletto capace di combattere ad armi pari con l’agente Smith, la sentinella più potente di Matrix. Tredici anni dopo la fine della trilogia delle sorelle Wachowski, il buon Keanu è il portiere di un motel, incattivito da una carriera che non gli ha regalato le gioie che aveva sperato. Un solo ricordo felice gli impedisce di impazzire: sapere di essere ancora l’unico Eletto. mediacritica_the_neon_demon_290Ma un giorno arriva Jesse, accompagnata dalla musica e dai colori di un Dario Argento patinato, e Keanu capisce di non essere più l’unica anomalia di Matrix. Tutti rimangono incantati dalla sua bellezza verginale, ne adorano gli occhi, i passi, i capelli, le orecchie; ma in questa piccola Eva, che mina il terreno delle altre Eva più mature, non alberga solo il fascino ingenuo della purezza. Nella sua interiorità si agita un demone che Nicolas Winding Refn riprende con luci al neon perché, se non si fosse capito da Solo Dio perdona nessuno sa usare i neon come lui. Ma facciamo un passo indietro. Una mattina di due anni prima Gaspar Noè aveva bussato alla sua porta, incazzato. Gli aveva detto di non rubare più le atmosfere e i colori di Enter the Void per poi tirarle a lucido e utilizzarle nei suoi film (all’epoca solo uno) quasi fossero dei servizi di moda. Refn, anche se molto assonnato dopo aver passato l’intera notte a riguardare i film di David Lynch, ha un’intuizione: liquida Noè con la scusa del gas accesso e si mette a scrivere. Nella sua mente si agitano tre parole: moda, neon e rubare. Le prime due confluiscono nella bozza di The Neon Demon, la terza arriva poco dopo quando Refn scrittura Karl Glusman, protagonista dell’ultimo film di Noè, Love. Il furto è completo! Al regista danese non resta che buttare giù qualche dialogo banale, un bel simbolismo ferino, cinque o sei brani di musica elettronica e condire il tutto con i suoi amati neon. Ma qualcosa ancora manca. L’idea di mostrare i retroscena perversi, violenti, cannibali del mondo della moda non può reggersi solo sull’ascesa, fritta e rifritta, di una giovane Eletta la cui sola presenza basta a spostare gli equilibri del mondo in cui è da poco arrivata. La soluzione arriva la notte di capodanno in un pub di Copenaghen. Refn incontra Lars Von Trier: dopo tre birre crolla e gli chiede di aiutarlo a completare il film. Il buon Lars gli consiglia di inserire nel finale un paio di scene disturbanti che all’apparenza non avranno alcun senso ma che, gli studiosi più attenti, di sicuro riusciranno a ricondurre a qualche studio psicologico o filosofico. Il resto è The Neon Demon. Vi starete chiedendo che fine abbia fatto il nostro Keanu? A metà riprese ha minacciato Refn di andarsene se non si fosse ristabilito che lui è l’unico Eletto. Risultato: Keanu Reeves non appare nella seconda metà del film.

The Neon Demon [id., Francia/USA/Danimarca 2016] REGIA Nicolas Winding Refn.
CAST Elle Fanning, Abbey Lee, Karl Glusman, Desmond Harrington, Keanu Reeves, Christina Hendricks.
SCENEGGIATURA Nicolas Winding Refn, Mary Laws, Polly Stenham. FOTOGRAFIA Natasha Braier. MUSICHE Cliff Martinez.
Thriller/Horror, durata 117 minuti.

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