Illustrare un film
24×36 cm è una misura tradizionale, forse la più comune tra le molte succedutesi nella storia dei poster cinematografici illustrati: una finestra sul cinema, ciascuna specificamente dedicata a un film, che nel tempo ha intrecciato i gusti e gli interessi di illustratori, collezionisti, graphic designer e cinefili in senso lato.
Come ogni documentario circoscritto al racconto di un mondo molto preciso e al contempo poco conosciuto, anche il lavoro di Kevin Burke, 24×36: A Movie About Movie Posters, per lo più fatto di interviste e talking heads, ha il pregio di suggerire tra le immagini i contorni di una vera e propria comunità umana: appassionata, non esattamente arricchita dal proprio lavoro o hobby, ma ugualmente entusiasta nel comune slancio di nutrirsi di un immaginario sui film e sul cinema che superi la semplice visione. Ripercorrendo la storia di quelle che almeno fino agli anni Ottanta non furono solo banali locandine, ma vere e proprie opere d’arte, fondate sull’idea di condensare in un’illustrazione la verità del film e al contempo il gusto soggettivo dell’interpretazione, i testimoni di questo sottobosco industriale e collezionistico rievocano la fortuna di cui i poster godettero per lunghi anni, lasciando emergere alcune figure chiave nel mondo dell’illustrazione (si pensi a Bob Peak, autore del celebre poster di Apocalypse Now) e facendo trapelare simpatici aneddoti su questo o quel poster (chi l’avrebbe mai detto che l’affiche dell’episodio V di Star Wars potesse ispirarsi in parte a Via col vento?). Negli anni Novanta l’avvento di Photoshop ha sdoganato l’idea più consuetudinaria di locandina, assecondando il desiderio delle major di fare del volto del divo di turno il motore attrattivo per lo spettatore verso il film, di fatto appiattendo tutta la magia di un immaginario accessorio, collaterale, ma estremamente fertile, quale era in passato. Nuovi orizzonti indipendenti e il controllo creativo della tecnologia potranno in parte garantire ai poster un futuro. Il film di Kevin Burke rilancia in definitiva una riflessione sul rapporto tra cinema, grafica e comunicazione, lasciando intendere che una libertà artistica e creativa nel realizzare i poster è stata per lungo tempo ragione sufficiente e necessaria per un marketing che tutelasse anche lo sguardo dello spettatore. Un approccio tecnicamente essenziale alla materia della sua ricerca non parrebbe mai motivo di critica nei confronti di questo piccolo lavoro nato, sembrerebbe, in grande autonomia produttiva. Peccato solo che la struttura del film, come del resto di tanti documentari che approcciano il design, non sia capace di trasfigurare il soggetto del racconto e quasi sempre si dimostri un po’ didascalica. Con un po’ più di scrittura, avrebbe raggiunto molte più persone.
24×36: A Movie About Movie Posters [id., USA 2016] REGIA Kevin Burke.
CAST Paul Ainsworth, Dave Alexander, Andrea Alvin, Joe Dante, Matthew Chojnacki.
SOGGETTO Kevin Burke. FOTOGRAFIA Kevin Burke. MUSICHE Steve Damstra II.
Documentario, durata 82 minuti.