SPECIALE VENEZIA 74
Scelta di campo
Il cinema di Robert Guédiguian è costituito da solide certezze e qualche dubbio. Numerose le prime: l’ambientazione marittima marsigliese, la presenza ricorrente degli attori, l’appartenenza dei personaggi a una specifica classe sociale, la rilevanza della componente ideologica, il rimpianto per un passato che non può tornare e la visione di un presente svuotato dagli antichi valori, nel quale è ancora possibile ritagliarsi lo spazio per seguire la propria coscienza, ma soltanto in una dimensione privata e minoritaria.
Tutto ruota sempre intorno alla politica e alla famiglia, nuclei indissolubili che – di film in film – l’autore francese approfondisce da un’angolatura leggermente diversa, con uno sguardo influenzato solo dal tempo che inesorabilmente scorre, segnando i corpi degli attori, e dai rimandi all’attualità che irrompono nella realtà intima del quotidiano. In La villa – in concorso a Venezia 74 – ritroviamo tutto questo: Ariane Ascaride, Jean-Pierre Darroussin, Gérard Meylan sono tre fratelli che si ritrovano nel paese natale al capezzale dell’anziano padre reso invalido da un infarto. Se il personaggio di Meylan non ha mai abbandonato il genitore, continuando a gestire il ristorante di famiglia nel borgo arroccato sulla costa, quelli di Darroussin e della Ascaride sono invece di ritorno: il primo caustico e disilluso, la seconda segnata da una tragedia che le ha stravolto l’esistenza e compromesso i rapporti familiari. I fratelli dovranno fare i conti con loro stessi, con ciò che sono diventati, e con l’attualità, che imporrà loro una scelta di campo e di civiltà. Guédiguian tratteggia con misurata finezza le psicologie dei suoi personaggi e con il consueto “distacco emotivo” racconta una generazione che ha perso spensieratezza e coraggio, ma mantiene la lucida consapevolezza che non è rifugiandosi nel qualunquismo che si possono trovare risposte, ma nella praticità del quotidiano: è ciò che fai che ti identifica. Meno riuscito di altri titoli del regista, come Le nevi del Kilimangiaro, La villa sconta a tratti lo schematismo di fondo e qualche dialogo artefatto, ma riesce a raccontare con equilibrio situazioni drammatiche senza scivolare nella retorica o nel pietismo. Di grande realismo sono i tre personaggi protagonisti, sia perché nutriti di dubbi e non solo di convinzioni, sia perché impersonati da attori che ne abitano anche il passato (il flashback della vacanza dei fratelli da giovani) e non soltanto il presente filmico: un cortocircuito che solo la simbiosi trentennale di Guédiguian con i suoi interpreti può regalare.
La villa [Id., Francia 2017] REGIA Robert Guédiguian.
CAST Ariane Ascaride, Jean-Pierre Darroussin, Gérard Meylan, Jacques Boudet.
SCENEGGIATURA Robert Guédiguian, Serge Valletti. FOTOGRAFIA Pierre Milon. MONTAGGIO Bernard Sasia.
Drammatico, durata 107 minuti.