SPECIALE CINEMA LGBTQ
Famiglie legittime
C’è uno spettacolo in tournée da ormai due anni e che ancora gira per i teatri italiani, si intitola Geppetto e Geppetto ed è scritto, diretto e interpretato da Tindaro Granata. Nello spettacolo si parla di una coppia di uomini che decide di avere un figlio tramite l’utero in affitto, vediamo la preparazione all’evento e ciò che comporterà al figlio essere stato cresciuto da una famiglia arcobaleno.
Tutto ruota su cosa significhi essere un genitore e soprattutto un figlio, ciò di cui parla anche Il vizietto di Edouard Molinaro. Non a caso si cita lo spettacolo di Granata, in quanto ancora oggi ci si pone delle domande sul concetto di famiglia e genitorialità indipendentemente dal fatto che stiamo parlando di omosessuali o eterosessuali.
Il vizietto è quasi un precursore nel suo tratteggiare con ordine questa questione, lo fa certo con l’arma della commedia ironica ma senza dimenticare la forte valenza sociale della tematica centrale. Laurent, il figlio di Renato (Tognazzi), è stato cresciuto dall’altro papà Albin e la cosa non l’ha traumatizzato. Bisogna contestualizzare il film in quegli anni ’70 in cui l’omosessuale era ancora rappresentato da tutti i media come una macchietta; anche qui accade, ma si ragiona. Gli anni sono passati ma alcuni stereotipi rimangono, il dibattito però sta progredendo pian piano. I figli sono di chi li cresce e camuffarsi per negarlo non funziona, così equivoci e malintesi fanno venire a galla la verità, una verità forse scomoda per i genitori della futura sposa di Laurent, conservatori e bigotti, ma indiscutibili. Se il remake americano del 1996 Piume di struzzo si focalizzava sulle maschere indossate da tutti i protagonisti, l’originale è incentrato sulla rappresentazione di un mondo. Quello di una coppia che si ama nonostante l’esterno non lo concepisca e che lotta per mantenere una peculiarità. Un cinema intimo racchiuso nelle mura dell’appartamento di Renato e Albin, come se si dovesse legittimare un focolare estroverso e folle, ma perfetto nelle sue regole non scritte. Papà e papà, figlio e ospiti. Si ride molto e se anche alcune situazioni sono un po’ grossolane e datate, rimane una pellicola vitale. Come in Geppetto e Geppetto il figlio esprime le “mancanze” che ha avuto e si incazza per questo, ma alla fine riconosce il ruolo genitoriale. Così come i padri riconoscono i propri errori senza però sentirsi in colpa, perché alla fine nessuno ha sbagliato. Non esistono famiglie giuste o mancate, esistono le persone e l’amore che le lega.
Il vizietto [La Cage aux folles, Italia/Francia 1978] REGIA Edouard Molinaro.
CAST Ugo Tognazzi, Michel Serrault, Michel Galabru, Claire Maurier, Remi Laurent.
SCENEGGIATURA Francis Veber, Edouard Molinaro, Marcello Danon (tratta dall’omonima commedia teatrale di Jean Poiret). FOTOGRAFIA Armando Nannuzzi. MUSICHE Ennio Morricone.
Commedia, durata 93 minuti.