3° WTFF – Working Title Film Festival, 27 aprile – 1 maggio 2018, Vicenza
La storia di un padre e di un figlio
Un padre, Aldo (Abdelouahab), e un figlio, Elia (Ilyes). Due mondi, il Marocco e l’Italia, due vite, quella di prima e quella di oggi. Un camper che una volta era un vecchio camion militare. Tanti ricordi che diventano racconti. Un viaggio da fare per (ri)tornare.
Sono questi gli ingredienti del poetico e malinconico road movie/documentario Talien, opera del regista Elia Mouatamid, vincitore della sezione lungometraggi della terza edizione del vicentino Working Title Film Festival. Quello del regista bresciano è un inno d’amore per un paese, l’Italia, in cui è vissuto e cresciuto, è la storia di una famiglia, quella di Mouatamid, è il racconto di un viaggio forzato, fatto dal Marocco all’Italia, quello di Aldo, e di uno al contrario dall’Italia al Marocco, volontario ma compiuto “oggi” con sofferenza da Elia e Aldo. L’autore, ascoltatore discreto, raccoglie nell’abitacolo del veicolo le memorie di un padre, espatriato 36 anni prima, per offrire una vita diversa e migliore alla giovane moglie e, in un gioco di specchi, la narrazione dei giorni di un figlio, dallo stretto accento bresciano e dai tratti marocchini. Elia vive in un’Italia profondamente diversa (quella della crisi e di un lavoro logorante e frustrante) rispetto a quella degli anni ’80 fiorente, piena di possibilità e opportunità (Aldo si è costruito dal nulla: da venditore di tappeti a commerciante per poi diventare piccolo imprenditore). È una parabola, quella dei protagonisti, che si costruisce anche grazie ad un interessante gioco linguistico che passa dal dialetto all’arabo e viceversa; la lingua è strumento che, paradossalmente, uniforma tutto, racconti, immagini, momenti intimi tra padre e figlio (quelli a cena ad esempio) e ne viene fuori una lirica, dolce, aspra, diventando nel finale quasi una rivisitazione del western e del concetto di “frontiera”. Talien è una storia di migrazione e immigrazione, la fotografia di una nazione (“Voglio fare un film sull’Italia” si legge nelle note di regia) che si è modificata, lentamente, quasi di nascosto, e oggi si presenta per quello che è, e di un popolo che accoglie e allontana, accarezza e non capisce. Con delicatezza e ironia il cineasta affonda a piene mani in due culture e in due tradizioni diverse. Aldo ed Elia sanno chi sono e da dove sono partiti eppure e proprio per questo ciò che stanno vivendo è uno strappo lacerante. Da ogni frase di questo canto emerge la sofferenza (per il distacco), l’amore (verso ciò che si lascia), la necessità di intraprendere il viaggio nel confronto/scontro, alle volte doloroso, tra Elia e Aldo. Talien è un documentario interessante e sincero, un vero e proprio percorso anche per lo spettatore, toccato con delicatezza estrema da questo padre e da questo figlio uniti in un’odissea, conosciuta da molti di noi.
Talien [Italia, 2017] REGIA Elia Mouatamid.
CAST Elia Mouatamid, Aldo Mouatamid.
FOTOGRAFIA Gianluca Ceresoli. MUSICHE Piernicola Di Muro.
Documentario, durata 84 minuti.