SPECIALE RUSSIA 2018
Ogni maledetto derby
Primo episodio: Alvaro Presutti lavora come usciere in un’azienda ma è anche noto come arbitro inflessibile. Dopo che una vhs e una lettera, entrambe anonime, lo informano del presunto tradimento della moglie con un attaccante della Juve, decide di vendicarsi sul campo. Secondo episodio: Amedeo, figlio di un tifoso super romanista, deve fingersi laziale col proprietario dell’azienda in cui lavora per non essere licenziato.
Lo so, si tratta di uno speciale sui mondiali di Russia 2018, quindi cosa c’entra un film che parla di un calcio ormai finito, trapassato? Cosa c’entra un Fiorentina-Juve di campionato con l’arbitro che non fischia rigori e nega goal regolari ai bianconeri (pura fantascienza nella realtà)? Cosa c’entra un Roma-Lazio amichevole – tra l’altro con gli aquilotti in serie B – con le rispettive curve agguerrite quasi fosse una finale scudetto?
C’entra tutto perché in questo divertissement firmato da Pingitore e da Luciano Martino – fratello di Sergio, autore del soggetto del primo episodio e produttore del film con la Nuova Dania Cinematografica – il calcio è solo l’ariete che sfonda la porta più fragile dell’identità italiana del Dopoguerra. Nei due episodi, indipendenti l’uno dall’altro, lo sport sparisce dietro la foga del tifo, il personalismo sbandierato, la catarsi di tutti i mali della società urlata a ritmo di tamburo. Più che nel primo, interamente incentrato sulla figura da sottoposto di Alvaro Vitali, è nel secondo che l’operazione di sventramento della fede calcistica arriva a sezionare cuore e cervello. Amedeo (Pippo Franco) nasce romanista da padre gestore del bar Forza Lupi, frequentato da tifosi borgatari e caciaroni, ma è obbligato a genuflettersi col borghesotto commendator Pecorazzi (Gigi Reder, ça va sans dire), padrone fantozziano dell’azienda che obbliga i dipendenti a tifare Lazio e sbaglia continuamente i tempi verbali.
Come essere un buon figlio e tenersi il lavoro, soprattutto durante il derby? Indossando giacca e cappello a doppia fodera, biancazzurra o giallorossa a seconda dell’evenienza, facendo avanti e indietro tra le curve fingendo ogni volta problemi intestinali e insultando, ogni volta, i tifosi avversari. Il rischio è quello di sbagliare partito al momento giusto, di confondere le parti, di sentirsi a disagio in entrambe le curve, ormai identiche per violenza e abbrutimento verbale. Sì, avete letto bene, partito, non squadra. Perché, pensavate ancora che stessi parlando di calcio?
Il tifoso, l’arbitro e il calciatore [Italia 1982] REGIA Pier Francesco Pingitore.
CAST Alvaro Vitali, Carmen Russo, Enzo Cannavale, Mario Mattioli, Pippo Franco, Daniela Poggi, Gigi Reder, Roberto Della Casa, Mario Carotenuto.
SCENEGGIATURA Pier Francesco Pingitore, Luciano Martino, Francesco Milizia. FOTOGRAFIA Federico Zanni. MUSICHE Gianni Sposito, Dimitri Gribanovsky.
Commedia, durata 93 minuti.