Il Cinema Ritrovato 2018, Bologna, 23 giugno – 1 luglio 2018
Transizioni
Il cinema di Luciano Emmer è stato in qualche modo un cinema di transizione. Lo è stato in quanto ha contribuito al passaggio dal neorealismo alla stagione della commedia all’italiana, e lo è stato in quanto testimone di un decennio di trasformazioni graduali e decisive del Paese.
Il suo cinema è infatti legato a quegli anni Cinquanta in cui l’Italia metteva alle spalle le sofferenze della guerra e si trasformava pian piano da paese agricolo a paese industriale aprendo le porte del boom economico e delle sue rivoluzioni sociali e culturali. Un decennio di passaggio denso e quasi insondabile, diviso tra tradizione e modernità, tra conservatorismi ancora forti e nuove rivendicazioni ancora latenti; tutti elementi che riecheggiano, influenzandolo sotto ogni aspetto, nel cinema di Emmer, preciso e attento tanto quanto inevitabilmente bozzettistico e in qualche modo sospeso, bonario e acuto, attento al collettivo e con spesso protagonisti quei gruppi sociali che stavano nascendo. Si veda Terza liceo (1954), forse meno riuscito di altri ma significativo proprio per come coglie, ritraendo una variegata classe di liceo romano nell’anno della maturità, una gioventù in cui nuove consapevolezze e rivendicazioni iniziavano a manifestarsi, in maniera ancora sommessa e problematica, ma già in grado di essere decisive e amare.
Più compiuto, pur nel suo dichiarato bozzettismo, e altrettanto preciso nel delineare la vaghezza delle mentalità in mutamento è Le ragazze di Piazza di Spagna (1952), dove il tenero e agrodolce racconto delle vicende amorose di tre giovani donne − altro attore sociale quasi inedito – nascondeva i primi sentori di emancipazione e di lotta contro le rigidità famigliari e maschili. Anche qui, tutto è ancora vago e indefinito, ma già in qualche modo impossibile da non percepire, come la sottile malinconia del finale conferma.
Se dovessimo trovare un simbolo di queste dinamiche che caratterizzano il cinema di Emmer, potremmo indicare la palizzata che nell’ottimo Domenica d’agosto (1950) divide la spiaggia non ancora bonificata dagli ordigni, eredità del conflitto mondiale, da quella presa d’assalto da mezza Roma, diventando il luogo ideale per un ritratto sociale di una piccola e media borghesia che, tra nuovi desideri e status symbol e vecchie concezioni, era, come il litorale in cui si ritrovava, divisa tra passato e futuro.
Il cinema di Luciano Emmer non è solo però un ottimo documento dei tempi; conta anche la delicatezza del suo sguardo, l’affetto verso i personaggi, la bonarietà del suo bozzettismo da “neorealismo rosa”, capace però di essere anche attento e preciso, e l’efficace tono agrodolce, oltre alla costante verve comica. Tutti motivi per cui una riscoperta è consigliata.
Domenica d’agosto [Italia 1950] REGIA Luciano Emmer.
CAST Anna Baldini, Franco Interlenghi, Ave Ninchi, Marcello Mastroianni, Elvy Lissiak, Massimo Serato.
SCENEGGIATURA Sergio Amidei, Franco Brusati, Luciano Emmer, Giulio Macchi, Cesare Zavattini. FOTOGRAFIA Domenico Scala, Leonida Barboni, Ubaldo Marelli. MUSICHE Roman Vlad.
Commedia, durata 88 minuti.
Le ragazze di Piazza di Spagna [Italia 1952] REGIA Luciano Emmer.
CAST Lucia Bosè, Cosetta Greco, Liliana Bonfatti, Renato Salvatori, Ave Ninchi, Marcello Mastroianni.
SCENEGGIATURA Sergio Amidei, Fausto Tozzi, Karin Valde. FOTOGRAFIA Rodolfo Lombardi. MUSICHE Carlo Innocenzi.
Commedia, durata 99 minuti.
Terza liceo [Italia 1954] REGIA Luciano Emmer.
CAST Isabella Redi, Turi Pandolfini, Bartolomeo Rossetti, Anna Maria Sandri, Ferdinando Cappabianca.
SCENEGGIATURA Sergio Amidei, Carlo Bernari, Luciano Emmer, Vasco Pratolini. FOTOGRAFIA Mario Bava. MUSICHE autori vari.
Commedia, durata 100 minuti.