Chiunque può essere un supereroe. Più o meno.
Ci sono tre film diversi, in Kick-Ass. Il primo è una sorta di commedia teen, in cui il canonico nerd protagonista, un po’ per solitudine e un po’ per noia, decide di inventarsi supereroe indossando una tuta da sub comprata online.
Il secondo è la più classica delle storie da fumetto, quelle in cui l’ex poliziotto si trasforma in vigilante per ottenere vendetta sul mafioso senza scrupoli. Infine, c’è un’entusiasmante action movie, in cui le sequenze d’azione forniscono il pretesto per una girandola irrefrenabile di invenzioni visive e coreografiche e per versare fiumi di catartico sangue. Quest’ultimo particolare film nel film è molto tarantiniano: la violenza iperrealista fa volare sullo schermo arti e materia cerebrale, l’eroina della storia affetta innumerevoli nemici a colpi di katana, la colonna sonora sapientemente selezionata miscela Morricone a brani pop punk. C’è perfino, oltre a una spregiudicata scurrilità nel vocabolario, un notevole flashback animato, come in Kill Bill Vol. 1. Inevitabile, poi, una discreta quantità di riferimenti ad altri film e altri generi: dopotutto, è la pellicola stessa a configurarsi come parodia e rilettura del supereroistico. Matthew Vaughn, già regista di Stardust e produttore di Guy Ritchie, ci aggiunge anche qualche richiamo a Snyder e, naturalmente, al linguaggio dei videogiochi. Il citazionismo e la violenza di Tarantino, però, si poggiano su sceneggiature impeccabili e, checché se ne dica, potentemente originali; ed è qui che Kick-Ass, purtroppo, perde parte della sua indubitabile forza estetica, fatta di colori ipersaturi e montaggio frenetico. Se le venature adolescenziali risultano comunque interessanti, soprattutto grazie all’abilità di integrare verosimilmente nella vicenda la pervasività del Web, è l’impalcatura generale della storia a rivelarsi traballante. Il coraggio di mostrare che sotto i costumi da Batman si celino personaggi fondamentalmente disturbati e di illustrare, finalmente, una violenza esplicita nei combattimenti dei supereroi, si stempera in una trama leggermente prevedibile e, in fin dei conti, superficiale. Kick-Ass intrattiene, diverte e, a tratti, stupisce, ma sembra aver timore di osare fino in fondo, rifugiandosi, in conclusione, in più rassicuranti stereotipi hollywoodiani. Difetti messi in ombra, bisogna dirlo, dalla strabiliante performance della giovanissima Chloe Moretz/Hit-Girl: fosse anche solo per lei, il film meriterebbe una visione.
Kick-Ass [Id., USA/Gran Bretagna 2010] REGIA Matthew Vaughn.
CAST Aaron Johnson, Mark Strong, Nicolas Cage, Chloë Moretz, Christopher Mintz-Plasse.
SCENEGGIATURA Jane Goldman, Matthew Vaughn (dal fumetto di Mark Millar). FOTOGRAFIA Ben Davis. MUSICHE John Murphy, Henry Jackman, Marius de Vries, Ilan Eshkeri.
Azione/Commedia, durata 117 minuti.