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Archivi poetici

sabato 9 Aprile, 2011 | di Nicole Braida
Archivi poetici
Festival
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FilmForum Udine/Gorizia 5-14 aprile 2011

Eve Heller
La video artista statunitense, ma di origine austriaco-germanica e che attualmente vive e lavora a Vienna, ha presentato alcuni dei suoi lavori agli spettatori del FilmForum.

Attraverso l’utilizzo di materiale trovato in archivio, ricostruisce delle sequenze oniriche, dove come nella pittura impressionista non è importante ciò che si vede in superficie, ma ciò che noi riusciamo a vedere, quello che percepiamo.
Il materiale d’archivio per i suoi lavori Last Lost, Her Glacial Speed e Ruby Skin è stato rimontato grazie all’utilizzo di una “stampatrice ottica”, una macchina che permette di realizzare effetti speciali sulla pellicola, ma anche sfruttando l’effetto di “flickr” della luce. I punti di vista nel lavoro della Heller, vengono ribaltati, come in Last Lost, dove entriamo nella soggettiva animale di uno scimpanzé perso nella giungla del luna park di Coney Island;  in Her Glacial Speed invece ci sembra di assistere ad un vero e proprio sogno dove si fondono immagini relative alla natura a ritmi diversi e spesso riavvolti. Anche in Ruby Skin è il ritmo a dominare, spezzato, dove il continuum è spezzato dalla mancanza di fotogrammi, e dunque la voce è resa incomprensibile, una specie di viaggio effetto-zapping che crea un universo non-sense. Astor Place invece è un lavoro che la stessa Heller ha ripreso un pomeriggio, utilizzando una telecamera nascosta dietro il vetro a specchio di un bar, e che descrive un angolo di città che grazie al rallentamento dell’immagine crea una successione coreografica della multi etnicità di una grande metropoli. E se noi stiamo nascosti a guardare, chi è davanti allo specchio non sa di essere ripreso e si comporta a volte con estrema naturalezza. La Heller però ha voluto comunque sottolineare il fatto di stare dietro ad una camera, infatti questa si muove e a volte cambia inquadratura, per renderci consapevoli del nostro sguardo.

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