Io, te e il mare: i migliori anni di Piero Cicala
A distanza di cinque anni dal suo ultimo lavoro (Uno su due, 2006), il regista dell’interessante Volevo solo dormirle addosso (2004), ritorna nelle sale cinematografiche con Se sei così ti dico sì.
La storia è ideata da Antonio Avati, sceneggiata dallo stesso Cappuccio con Claudio Piersanti e Guia Soncini e prodotta dai fratelli Avati. Una storia semplice e senza pretese che, accanto ad alcuni punti deboli (primi fra tutti il titolo e le ingiustificate nudità di Belen Rodriguez, interprete del ruolo di Talita Cortes), presenta un unico grande punto di forza, ovvero il suo interprete principale. Difficilmente infatti dimenticheremo il protagonista della vicenda, l’ex cantante Piero Cicala: un umanissimo e commovente Emilio Solfrizzi, appesantito, stempiato e perfettamente calato nei panni di un uomo travolto da un rapido e bruciante successo, ottenuto negli anni Ottanta con il singolo estivo “Io, te e il mare”, ma presto dimenticato. Ritiratosi nel suo paese natale (Sevelletri, in Puglia), Piero lavora come cameriere nel ristorante della ex moglie (una efficacissima Iaia Forte), e conduce una vita semplice, tuttavia per niente conciliata. Prigioniero del suo ingombrante passato, somiglia alla mascotte del ristorante, il vecchio polpo Mario: anch’egli flebile ombra di una giovinezza ormai tramontata, la cui esistenza, costretta negli angusti spazi dell’acquario, si fa emblema della condizione esistenziale di Piero, della sua rassegnazione. Fino al giorno in cui gli viene proposto di partecipare alla trasmissione televisiva “I migliori anni”, svolta nella storia che apre al dubbio, avvicinando questa vicenda a quella di Marco Pressi (Giorgio Pasotti) e di Lorenzo Maggi (Fabio Volo): uomini molto diversi, tutti però messi alla prova dalle circostanze della vita e chiamati a reagire. Così come le canzoni che attraversano Se sei così ti dico sì, due sono anche le anime di questa storia. Da un lato l’anima frivola e commerciale di Piero (quella di “Io, te e il mare”), anima che ci fa sorridere sul mondo dello spettacolo e sulle sue bizzarrie. Dall’altro poi la dimensione artistica (quella della canzone rimasta nel cuore, “Amami di più”), l’anima più profondamente umana del personaggio e della storia che ci conquista e ci fa affezionare sinceramente a Piero. Merito questo – in gran parte – di Emilio Solfrizzi. Della sua interpretazione infatti ricorderemo molte cose. Le qualità di attore e di cantante, e la leggerezza con cui è riuscito ad entrare nella “pesante” umanità di Piero Cicala. Ma soprattutto, ricorderemo i sogni di Piero. Speranze che Solfrizzi ci regala, in un brevissimo istante al di qua del salto. Prima che tutto affondi.