…oppure La Mujer del Cantante?
Più l’artista diventava grande, più l’uomo sprofondava nel baratro di droghe e debole egocentrismo. Ma che l’artista fosse grande lo si intuisce appena in El Cantante, il docu-drama biografico su Hector Lavoe, vocalist portoricano dell’orchestra di Willie Colón.
A raccontarlo è Puchi, la moglie-burattinaia della vita sia privata che pubblica di Hector, che con il suo personale punto di vista parziale influenza il taglio narrativo del film, che documenta così solo gli avvenimenti amorosi e drammatici della sua vita (l’innamoramento, i problemi con la droga, la morte del figlio, l’aids) perdendo di vista l’aspetto principale del personaggio pubblico in quanto cantante e musicista. A tenere le fila della narrazione è la reinterpretazione dell’intervista che Puchi rilasciò nel 2002 proprio ai fini del film: un bianco e nero virato al blu, in cui la macchina da presa, impossessata dal demonio, zooma nervosamente sul viso di Jennifer Lopez, accentuando il fastidio che già si prova per l’inespressività dell’attrice. Attrice…
L’intervista è intervallata da diversi flashback che ci mostrano quel poco di Hector-cantante che riesce ad emergere dall’oppressione della figura della moglie. Questi momenti sono stati girati con una fotografia coeva agli anni diegetici, restituendoci immagini sgranate e dai colori lavati che tendono ad enfatizzarsi quando viene sottolineata la tossicodipendenza. Se le canzoni trascinanti sono ben integrate tra palco e narrazione, sono invece proprio le esibizioni a esser sacrificate per mostrare Puchi-JLo nel backstage che balla. Ma insomma, il film si chiama El Cantante, non La Mujer del Cantante! Non si vede uno strumento, non si vede una riunione che sia una tra i musicisti, né quando Hector decide di lasciare l’orchestra né tanto meno quando iniziano le traversie legali, a cui non si fa mai riferimento nel film. Quando poi lui tenta il suicidio è già come se fosse morto, poiché non appare più sullo schermo, ed infatti Puchi nella realtà lo aveva abbandonato a se stesso. Ma tranquilli: muore anche lei pochi anni dopo.
Il film, girato nel 2006, ha faticato a trovare una distribuzione italiana, forse perché la cultura del genere salsa non è così radicato da noi, o forse perché sembra quasi più un film di fantasia che un documentario biografico (le uniche immagini reali si vedono alla fine per pochi secondi: la bara e il corteo funebre di Hector, due sue foto con Puchi).
Diventare un artista comporta sì una responsabilità pubblica, ma ciò non significa che questi non abbia tutto il diritto di mantenere privata la sua vita e di mostrarsi sul palco solo in quanto artista. El Cantante viene meno a questo diritto, invadendo esclusivamente la sfera personale e cancellando quasi totalmente la sfera artistica di Lavoe, impedendo a chi non lo conoscesse in quanto cantante di apprezzarne le qualità musicali, mai sottolineate in questo biopic dai fasulli connotati documentaristici.