Making a romantic-porno
L’ormai terz’ultimo film di Kevin Smith arriva da noi con tre anni di ritardo per motivi di censura e di “difficile” collocazione nel mercato italiano. Esce quindi con un divieto ai minori di 14 anni, un dubbio doppiaggio e un titolo imbarazzante, ragion per cui questa recensione si riferirà alla visione in versione originale.
Zack e Miri hanno quasi trent’anni e condividono un appartamento, un’auto scassata, un’amicizia di lunga data e la mancanza di piani per il futuro. Come stabilisce il titolo inglese del film, Zack e Miri decidono di fare un film porno: alla motivazione primaria, pagare le bollette, si aggiunge ben presto una ragione più sotterranea che costringe i protagonisti a fare i conti con i reciproci sentimenti.
Come di consueto nei film di Kevin Smith, anche in Zack e Miri sono abbondantemente presenti dialoghi coloriti e gag che non vanno per il sottile, stavolta quasi più opportunamente del solito, complice un soggetto già di per sé “politicamente scorretto”: si ironizza sullo sdoganamento del porno amatoriale, i video virali, l’autoproduzione, e si susseguono facili ma funzionali doppi sensi su titoli e nomi. Eppure dietro tutto ciò emerge un film insospettabilmente romantico, ed è il pregio maggiore del film, ma anche il suo limite. Lo spunto derivante da certa comicità “bassa” riesce a incamerare tutti i topoi della commedia sentimentale – dal detto/non detto generatore di equivoci, all’intervento degli amici fidati, alla separazione, anche qui ribadita, tra sesso e amore (poco credibile che, sebbene sul set di un film porno, Zack e Miri riescano a restare l’un l’altra fedeli) – per dare vita ad un piacevole ibrido con momenti davvero riusciti; la scena “clou” tra Zack e Miri è la migliore in tal senso, perché emerge potentemente grazie al cambio di registro registico e all’isolamento sonoro, rovesciando il climax romantico tradizionale.
Di fatto però solo ai comprimari (spassosi, dal duetto tra Brandon Routh e Justin Long, a Traci Lords e Jason Mewes che spiccano nella sgangherata troupe) sono delegate le stramberie e le trivialità, mentre i protagonisti toccano, forse troppo frettolosamente, tutte le tappe degli innamorati indecisi ma destinati l’uno all’altra, smorzando la carica irriverente del film.