Dalla parte dell’ambiente
Se vi aspettate tartarughe marine che si fanno trasportare dolcemente dalla corrente orientale australiana, topi che si godono il piacere del cucinare, robottini che lavorano pazientemente nel quasi totale silenzio; se vi aspettate piccole grandi avventure nel minimondo di giocattoli e insetti, in pieno stile Pixar, Cars 2 vi sorprenderà.
Il film non ha nulla a che vedere con il precedente Cars- Motori ruggenti, dove la chiave di tutto è il rallentamento (contrapposto alla velocità delle corse automobilistiche) ed è necessario per riprendersi quella tranquillità che la vita moderna ci ha tolto. Ed è anche la chiave per leggere i film della Pixar in generale, da Monsters & Co. a Ratatouille, da Alla ricerca di Nemo a WALL-E: silenzio, serenità e semplicità sono le bandiere che da sempre porta avanti la casa di produzione acquisita dalla Walt Disney.
Cars 2 è l’esatto opposto. È un concentrato di azione, tecnologia, mirabolanti acrobazie in giro per il mondo, da Tokyo a Londra, passando per l’Italia, che si concluderà dove è iniziato tutto, nella pacifica Radiator Springs.
Non mi soffermerò oltre sulle molte differenze che intercorrono tra questo film e gli altri della Pixar, quanto piuttosto sulle analogie, o meglio, sul grande tema che lo lega a tutti gli altri film come un filo rosso: il rapporto dell’uomo con l’ambiente circostante.
Siamo alle prese con una storia di spionaggio internazionale che vede protagonista un famoso imprenditore petrolifero convertito ai carburanti ecologici, dopo aver abbandonato le piattaforme in mezzo all’oceano; per promuovere l’Allinol, la sua nuova miscela, organizza un Gran Premio Mondiale in tre diverse nazioni, qualcosa però va storto e decide di abbandonare il nuovo carburante, risultato essere poco sicuro.
A metà del film molti sostenitori delle energie pulite potranno scendere sul piede di guerra visto che, incredibilmente, il messaggio che sembra passare è che i carburanti ecologici sono poco sicuri e, quindi, da non preferire rispetto alla cara e vecchia benzina; in realtà quello che ci sta dicendo John Lasseter, regista del film e uomo di punta della Pixar, è che le energie pulite ci sono, ma devono essere delle vere alternative, e non qualcosa di già esistente e vagamente modificato, creato ad hoc per fortificare industriali e lobby compiacenti (nel nostro caso i catorci). Serve un drastico cambiamento di rotta, o il mondo che conosciamo presto potrebbe diventare quello che abbiamo visto in WALL-E, ed è quindi meglio puntare su energie effettivamente nuove, perché solo quelle ti fanno vincere la corsa della vita.