Dal liceo non si esce indenni
“Ancora tu? Ma non dovevamo vederci più?” cantava anni fa Lucio Battisti, componendo parole che sarebbero suonate benissimo in bocca a molti dei personaggi di Ancora tu, di Andy Fickman.
Marnie, al liceo, bruttina, goffa e sfortunata e per questo presa di mira e considerata lo zimbello della scuola, e ora affermata, e più affascinante, p.r. a Los Angeles, torna a casa per partecipare al matrimonio del fratello; scopre però che la futura cognata è Georgia, la compagna di scuola che più l’ha presa di mira e fatta penare, e che finge di non riconoscerla. Convinta che l’acerrima nemica non sia cambiata e sia rimasta l’arrogante vipera che era da adolescente, e che abbia plagiato il fratello, cerca di far naufragare il matrimonio. Nel frattempo, nella vicenda si apre un altro fronte di guerra: la zia di Georgia era, infatti, al liceo, grande amica della mamma di Marnie, ma scopriamo presto che anche il loro rapporto ha lasciato ferite non rimarginabili.
Una ragazza non esce mai indenne dal liceo, e le cicatrici fatte in quegli anni non spariscono, così come i rancori e la voglia di vendetta rimangono nascosti nell’inconscio per saltare fuori alla prima occasione utile: questi sono i presupposti su cui si basa il film, distribuito dalla Walt Disney (per cui Fickman ha già girato due film: Cambio di gioco e Corsa a Witch Mountain), e rivolto esclusivamente ad un pubblico di adolescenti: melenso con qualche sconfinamento nel tono pseudo fiabesco di prodotti disneyani come Little Princess, stilisticamente onesto, ma piatto e impersonale, con didascaliche perle di morale a pronto uso di teen-ager, presenta poche tracce di originalità.
Non che ci si aspettasse, dato il target a cui è rivolto, qualcosa di tanto diverso, di più ironico e “cattivo”, e sarebbe stato un po’ pretenzioso aspettarsi un La guerra dei Roses in versione ex-compagne di liceo, però si è messo troppo miele nella tisana, rendendola così indigesta. Si poteva insistere un poco di più con la comicità, e cercare un minimo di originalità nella narrazione: soprattutto se si ha a disposizione due attrici come Jamie Lee Curtis e Sigourney Weaver, e una caratterista come Betty White nel ruolo della nonna, il personaggio più simpatico del film. Non a caso i pochi momenti gradevoli del film sono quelli che ironicamente mettono in scena la perfidia e il senso di competizione femminili o in cui la Curtis e la Weaver duettano, per esempio la scena della sfida di ballo durante le prove del matrimonio, oppure quelli in cui recita la White, come i trenta secondi finali, in cui si scopre che anche la generazione delle nonne ha una storica rivalità “che non finirà mai”.