In viaggio con il “club Apatow”
In viaggio con una rock star è prodotto da Jude Apatow, e le atmosfere del regista di Funny People si respirano lungo tutto il viaggio che Aaron, placido impiegato in una casa discografica, compie per portare da Londra a Los Angeles Aldous Snow, rockstar decaduta, in occasione di un megaconcerto organizzato per celebrare il decennale del suo ultimo grande successo.
Sarà, per Aaron, un problematico viaggio lungo le strade del sesso, droga e Rock’n roll e della trasgressione autodistruttiva, ma entrambi i personaggi impareranno a conoscere meglio se stessi e risolvere così le loro vite.
Stoller è un membro del cosiddetto “club Apatow”, così come Jonah Hill, l’interprete del tranquillo impiegato la cui vita è scossa dal ciclone Aldous Snow. Come accennato, lo stile e il tono dominanti sono quelli del più celebre compagno “di merenda”: ritroviamo quindi un umorismo qua e là demenziale, e che spinge e riflette sulla sfera sessuale e “scatologica”, i riferimenti al panorama mediatico, e l’alternanza tra gag visive e comicità di parola; allo stesso tempo non mancano l’attenzione nel creare personaggi credibili che non si riducano a semplici macchiette, ed un certo sottofondo amaro che ogni tanto viene a galla. Ritroviamo anche la vena trasgressiva più di facciata che di contenuti, con una morale di fondo fondamentalmente tradizionalista e familista, contrastante con il tono e l’argomento di molte gags che spingono, invece, a tirare fuori il “non detto, ma solo pensato” dei media (e della mentalità) tradizionali.
Con gli stessi ingredienti, e le stesse modalità di cottura, Stoller ha sfornato una torta meno golosa di quelle dell’amico-collega Apatow: quest’ultimo, in continuo miglioramento film dopo film, sta riuscendo a creare un universo in cui volgarità e riflessione, trasgressione e convenzione, sentimentalismo e sbeffeggiamento, convivono efficacemente, e in cui il supporto teorico non è irrilevante. Nel film di Stoller, invece, sembra di assistere ad una fotocopia in cui tutto, pur gradevole, appare più sbiadito, e già visto e, soprattutto, più gratuito e meno consapevole. In viaggio con una rockstar risulta quindi un film, se si escludono alcune frecciate all’ambiente musicale che colpiscono il segno, innocuo, in cui la commistione tra i vari toni non sempre riesce, e in cui non tutte le scene comiche sono allo stesso livello. Il film si salva in corner perché riesce comunque a garantire un numero di risate sufficiente, grazie soprattutto ai due protagonisti.