L’ironia della morte
Come si fa a rinnovare una serie che utilizza sempre le stesse stantie meccaniche narrative con l’utilizzo delle stesse stantie meccaniche narrative? Ovvio non si può, ma ciò che si può tentare di fare è ridicolizzare la struttura di base per farla sembrare qualcosa di diverso.
Si sta parlando di Final Destination 5, che anche in quest’ultimo episodio ha deciso di mantenere invariata la solita gabbia narrativa: attraverso la visione del protagonista un gruppo di ragazzi riesce a scampare ad un incidente mortale che li avrebbe visti tutti morire cruentemente. Nel giro di poco tempo però i sopravvissuti inizieranno a perire nei modi più “misteriosi”; un quesito assillerà i sopravvissuti: che la morte voglia lo stesso il loro decesso? La risposta è ovviamente sì, e come lo spettatore conosce il meccanismo del gioco, tanto più lo conoscono i realizzatori. Il film infatti, abbandona definitivamente la suspense che aveva caratterizzato gli altri episodi per mostrare atteggiamenti chiaramente autoderisori se non parodistici. Gli autori, come da tradizione, per ogni morte costruiscono un background di rocambolesche imperfezioni ambientali e ricche di pericoli che portano lo spettatore a prefigurarsi la morte del personaggio. Le attese, questa volta, si mostrano non sempre le dirette cause dei decessi ma, anzi, spesso non c’entrano per niente in quanto i meccanismi di messa in atto dalla morte non sono altro che dei depistaggi, per mostrare, alla fine, dei trapassi ben più banali di quelli che si vorrebbe far pensare.
La pellicola sembra quasi non prendere più seriamente lo schema di base della serie e lascia lo spettatore immaginarsi i modi più cruenti per far morire i personaggi, per poi spiazzarlo data la semplicità del decesso (non preoccupatevi, il film rimane lo stesso sufficientemente splatter e ricco di dettagli “sfiziosi” da non far rimanere delusi i fan del gore e della serie).
Final Destination 5 sembra quasi rimarcare come esso faccia parte di un universo a sé stante, in cui la paranoia che gli altri episodi volevano instillare nei protagonisti e nello spettatore, e rimarcata ironicamente anche alla fine di questo episodio, si rivela del tutto inutile se non paradossale; non è un caso quindi che il finale della pellicola si ricolleghi direttamente alla serie e prima dei titoli di coda venga proiettato un montaggio che mostra tutte le morti più violente e “divertenti” della serie, forse a dimostrare quanto nemmeno da parte degli autori sia mai stata presa sul serio la pellicola.