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In questo numero

Hollywood Home Movies

lunedì 31 Ottobre, 2011 | di Chiara Checcaglini
Hollywood Home Movies
Festival
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Archivio Aperto, Bologna, 27 ottobre-1 novembre 2011

Intimità hollywoodiana
La cornice, splendida, è quella della ex chiesa di San Mattia, a Bologna; la manifestazione, Archivio Aperto, organizzata da Home Movies – Archivio Nazionale del Film di Famiglia; l’evento, in occasione della 5^ giornata mondiale del patrimonio audiovisivo (27 ottobre), è “Hollywood Home Movies”, ovvero la visione di una selezione di film di famiglia e backstage tratta dalla collezione dell’Academy Film Archive di Los Angeles, che raccoglie documentari, home movies, film delle origini (tra cui le collezioni Lumière e Méliès), collezioni private di registi e molto altro.

La sensazione dominante, nell’assistere alla proiezione, è la meraviglia: innanzitutto per la qualità delle immagini e per i colori splendidi; poi, per la potente impressione che nasce dallo scoprire in momenti privati, talvolta intimi, personalità che siamo abituati a considerare nomi e volti scolpiti nel mito di Hollywood, e pertanto, irrimediabilmente, distanti.

Accompagnate dalle musiche di Francesco Serra e dal commento di Lynne Kirste, responsabile delle collezioni speciali dell’archivio dell’Academy, si sono susseguite sullo schermo una rarità dopo l’altra: la famiglia Hitchcock, tra recite improvvisate in giardino e sperimentazioni con il colore; un party a casa di Cedric Ribbons (scenografo dell’MGM) e Dolores Del Rio che, come ricorda Lynne, sapeva bene come porsi di fronte alla macchina anche mentre fa festa nel cortile di casa; i fratelli Marlene-DietrichGershwin e i loro ospiti; un’atleticissima Ginger Rogers nella piscina dietro casa; il torneo di tennis delle celebrità del 1940; Esther Williams che impara lo sci acquatico; Marlene Dietrich con Douglas Fairbanks Jr.; Lauren Bacall, Humphrey Bogart e la sua passione per le barche a vela; Steve McQueen tra i figli e le corse automobilistiche; le strepitose prove di Fred Astaire.

Poi le vedute di Hollywood, gli studios, i backstage: Jerry Lewis che esaspera il regista Frank Tashlin nelle pause dalle riprese de Il ponticello sul fiume dei guai (The Geisha Boy, 1958); le immagini rubate dal set di Via col vento (Gone With The Wind, Victor Fleming, 1939), rarissime, data la quasi impossibilità di portare macchine da presa esterne sul set del film; il “behind the scenes”, a colori, di Zoccoletti olandesi (Heidi, Allan Dwan, 1937), con Shirley Temple che si diverte con la troupe. La possibilità di vedere a colori immagini e personaggi che solitamente non solo vediamo, ma praticamente “pensiamo” in bianco e nero è un altro degli aspetti letteralmente abbaglianti della visione: la giacca di Marlon Brando è a scacchi rossi e neri, nel film girato dal cineamatore Charles Rossi (la cui nipote era presente alla proiezione) sul set di Fronte del porto (On the Waterfront, Elia Kazan, 1954). A Mr. Rossi si devono anche tante altre riprese, tra cui una veduta di Times Square del 1955 e quelle a Schroon Lake di una diciassettenne Natalie Wood, che insieme a Gene Kelly gira Vertigine (Marjorie Morningstar, Irving Rapper,1958).

Alla fine della proiezione quel senso di meraviglia ci accompagna ancora, mentre non si può fare a meno di pensare a quanto tutto ciò sia lontano, anzi opposto, rispetto all’odierna ossessione per la violazione del privato da un lato, e per il complementare bisogno di mostrarsi in ogni più intimo aspetto dall’altro.
Le motivazioni che rendono preziosissimi documenti come questi sono innumerevoli, basti pensare alla loro importanza per la storia del costume e per quella del cinema: dai backstage si può letteralmente vedere come si lavorava e come ci si muoveva sui set più importanti del mondo nell’irripetibile periodo d’oro di Hollywood. Di conseguenza, fondamentale è l’attività di un archivio come Home Movies, che permette a tutti di partecipare così da vicino a questi unici e perlopiù invisibili momenti di Storia.

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