Finalmente un film horror
Dalton e la sua famiglia si sono appena trasferiti in una nuova casa e la sua sete di avventura lo porta in soffitta, dove rimedierà una brutta caduta e un grande spavento. Il giorno dopo però il piccolo non si sveglia: per Renai e Josh Lambert inizia un lungo calvario e una serie di strane visioni, tanto spaventose da costringerli a cambiare nuovamente casa. Conosceranno così un’anziana medium amica della madre di Josh, che tenterà di aiutarli a scacciare le presenze maligne che tormentano i Lambert.
Gli elementi del genere ci sono tutti: una bella famiglia, una medium e i suoi assistenti muniti di strani apparecchi ma soprattutto loro, gli spettri, i demoni che per qualche motivo perseguitano i protagonisti. Ma allora cosa rende questo film diverso e, diciamolo, migliore rispetto ad altri horror che puntualmente arrivano in sala?
Diretto da James Wan e scritto da Leigh Whannell (gli stessi di Saw – L’enigmista per intenderci) questo film fa un ampio uso della camera a mano e spesso gioca con la messa a fuoco, in modo da destabilizzare lo spettatore, che fatica ad avere una visione chiara di ciò che sta succedendo e può venire facilmente colto di sorpresa. Anche la sceneggiatura è ben curata, e sebbene la vicenda sia molto tradizionale non è quasi mai insensata o prevedibile come la maggior parte degli horror. Il punto forte del film è però la fotografia, che gioca continuamente con il binomio luce-ombra e richiama le atmosfere espressioniste degli anni Venti, anche per la scenografia che nasconde facce dai sorrisi mefistofelici e maschere orrorifiche. Le citazioni non si fermano solo a questo: come non notare, ad esempio, che il demone dalla faccia di fuoco ricalca le fattezze del sonnambulo Cesare del dottor Caligari (o se preferite Edward di Tim Burton). Insomma una piacevole “caccia al tesoro” per gli amanti del cinema.
Da premiare il fatto che si cerca di dare un senso al film, e non semplicemente accumulare situazioni ansiogene o da brivido per il semplice gusto di spaventare. La malattia è la vera protagonista, la malattia che consuma il malato (in questo caso Dalton e il suo misterioso coma) ma soprattutto i familiari e le persone che gli ruotano attorno, che per amore arrivano a farsi letteralmente possedere dal male pur di liberare il proprio caro. I demoni sono quindi la metafora non solo della malattia in sé ma di tutte le preoccupazioni e il dolore che deve fronteggiare una famiglia quando viene lasciata a se stessa.
Insidious [id., USA/Canada 2010] REGIA James Wan.
CAST Patrick Wilson, Rose Byrne, Ty Simpkins, Lin Shaye, Leigh Whannell, Barbara Hershey, Andrew Astor, Angus Sampson, Joseph Bishara.
SCENEGGIATURA Leigh Whannell. FOTOGRAFIA David M. Brewer, John R. Leonetti. MUSICHE Joseph Bishara.
Horror, durata 103 minuti.