…e neanche di questo film
Solitamente i film di paura, o presunti tali, cercano di fare leva su quelle angosce ancestrali che, almeno in qualche occasione, hanno coinvolto tutti. In questo caso il titolo fuorviante fa pensare a una pellicola che ricordi allo spettatore quella, apparentemente, immotivata paura del buio che i bambini portano dentro.
Eppure la protagonista, Sally, non ha problemi con l’oscurità, ciò che la turba è l’essere “scaricata” dalla madre, e finire catapultata nella vita paterna, casa nuova, madre nuova e a chilometri di distanza dal passato. Forse per questo motivo la curiosità di Sally non si ferma davanti a cantine impolverate o voci che arrivano dal profondo. Superati i primi momenti di ambientazione e presentazione dei personaggi, si arriva al momento topico in cui si scopre che qualcosa – in quella vecchia casa in cui già nell’incipit si erano consumati efferati omicidi e inquietanti sparizioni – non va per il verso giusto. La piccola abitante crede inizialmente di aver trovato degli innocui amici, ma ben presto emerge che in realtà queste strane creature che scorrono nei condotti vogliono qualcos’altro da lei. Si scopre che i piccoli esseri malvagi cercano una nuova vittima, dopo essersi accontentati per anni dei dentini da latte persi dai bimbi, contagiando così l’ennesima innocua fiaba, quella della fatina dei denti. Solo che nel mostrarci apertamente questi esseri striscianti e chiacchieroni, che almeno nella versione italiana ricordano il Gollum de Il signore degli anelli, il palco costruito nell’oscurità vacilla; questi mostriciattoli assomigliano a dei brutti toporagni che però non incutono timore, né sono credibili mentre commettono efferati omicidi, che regalano qualche scena splatter a un monotono racconto americano. Gli esserini sono talmente piccoli da poter essere schiacciati con una pila, eppure riescono a “ingurgitare” la rispolverata Katie Holmes che, strizzando un po’ l’occhio al genere molto in voga dei vampiri, si trasforma in una di loro. La cosa meglio riuscita di questo film, che si basa su tutti i luoghi comuni dei lungometraggi appartenenti al genere horror (casa infestata, bambina, figura genitoriale disinteressata) è indubbiamente il trailer, che riesce a convincere lo spettatore che sta per vedere un film che lo farà agitare sulla poltrona, e non una storia per ragazzini che ha come protagonisti piccoli gnomi brutti – che hanno timore della luce – ma non abbastanza brutti da far paura.
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