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The loneliest planet

giovedì 26 Gennaio, 2012 | di Nicole Braida
The loneliest planet
Festival
0
Voto autore:

Trieste Film Festival 19-25 gennaio 2011

Human nature
Approda anche al Trieste Film Festival 2012, dopo il passaggio a Locarno, The loneliest planet della regista russo-americana Julia Loktev.

Nel suo film precedente (Day Night Day Night) aveva raccontato la storia di una diciannovenne pronta al suicidio da kamikaze a Time Square. Questa volta la protagonista è di nuovo una donna, la rossa Hani Furstenberg, al fianco del più noto Gael Garcia Bernal. Nica ed Alex sono in viaggio tra le montagne ed il paesaggio sconfinato della Georgia. Sono dei viaggiatori cosmopoliti: lui messicano, lei americana, cercano di adattarsi, di parlare con la gente del luogo, di non farsi fregare come dei turisti qualunque.
Per affrontare un lungo percorso tra le montagne si affidano ad un esperto del luogo che parla anche l’inglese, Dato. Qui, avvolti dal paesaggio, lasceranno la solidità del mondo strutturato, per immergersi in una natura che li riporta alla loro condizione più semplice, di esseri umani.
La regia della Loktev è piuttosto istintiva, il montaggio è evidente, mentre l’uso della camera è quasi una soggettiva a due, a volte abbiamo l’impressione che quello che stiamo guardando sia solo un ricordo, fisso ed immobile nel tempo, come una foto in movimento. I protagonisti si fanno piccoli punti indistinguibili del paesaggio. La natura domina. Pochi i dialoghi, che fanno da contorno ad un viaggio senza meta, quasi come in Gerry di Van Sant. Nica è una donna che non ha paura, perché crede di essere protetta da Alex. The loneliest planet, questo terreno primigenio dove sono approdati, è anche il luogo in cui la loro relazione si svuoterà di ogni inutile contenuto. In fondo Nica, così come la Loktev ce la presenta nella prima scena, è una bambina, una donna dal corpo puerile. Le sue certezze però cadranno, e allo stesso modo quelle di Alex. Il pianeta è il più solitario poiché l’uomo/essere umano lì riscopre la sua natura ed è lasciato a se stesso. Dato spiega di aver scelto le montagne della Georgia, perché per lui è un luogo di persone autentiche, dove si comprende tutto. Per Nica e Alex, abituati ad un altro mondo, le nuove sensazioni si fanno codice sconosciuto di una natura umana con la quale non si erano mai confrontati prima. The loneliest planet, arricchito da immagini stupende di una natura incontaminata, è una riflessione interessante sulla natura delle relazioni umane, anche se piuttosto prolissa.

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