Liane animate e alberi di bambole
Non contento di aver prodotto già l’inutile Terra Nova e la migliore Falling Skies, Steven Spielberg si lancia anima e corpo in un nuovo progetto di serie televisiva, The River, completando la sua personale declinazione del genere avventura aggiungendo alla fantascientifica delle prime due un accenno di paranormale/horror.
Di paranormale ce n’è fin troppo, di horror solo un’ombra sfocata: l’Amazzonia è il luogo dell’azione, ma sembra anche il paradiso degli spiriti permalosi che si scatenano addosso a chi osa disturbarli. Invece che lasciare solo una linea orizzontale su cui sviluppare la missione dei protagonisti a bordo di una barca alla ricerca dello scomparso studioso a cui tutti loro sono legati in un modo o nell’altro, la presenza di entità spietate e vendicative si definisce come un insieme di singoli casi di puntata conclusi nell’episodio stesso. La naturale conseguenza è la lentezza con cui procede la storia, la mancanza di interessanti sviluppi che catalizzano l’attenzione dello spettatore per privilegiare l’approfondito studio del capitolo all’ordine del giorno del “grande libro sull’occulto amazzonico”. La lezione è tenuta dalla figlia del meccanico di bordo, una medium in erba che prevede, sa e parla un perfetto spagnolo nonostante ci si trovi in Brasile. Com’è ovvio che sia ogni personaggio sa di più di quello che dimostra, i legami tra loro sono scritti a caratteri cubitali e tutti hanno una backstory da raccontare, facendo a spallate per contendersi l’episodio pilota, frammentato nell’inutile fretta di presentarli tutti e subito (quanto siamo lontani dalla calma e precisione con cui si delineavano i naufraghi di Lost, anche se il paragone è indegno). Probabilmente è l’esploratore disperso a suscitare un qualche interesse proprio per tutto quello che ancora manca alla sua scheda personale: sappiamo che è un marito, un padre, un collega, apparentemente l’uomo perfetto si accenna sempre con più insistenza al reale carattere, piuttosto indipendente, a tratti egoista e megalomane; piccolo innocente spoiler: solo nel sesto episodio – dopo il secondo è l’unico degno di nota – la storia fa veri progressi nei suoi confronti. Stilisticamente costituita da riprese fatte da telecamere presenti in scena, fisse o mobili, a testimonianza del presente o del passato, conferiscono alla visione un costante movimento ondeggiante, diventando l’erede a episodi dell’interessante caso di Paranormal Activity (non a caso il suo regista qui è ideatore e produttore). Nonostante si pari le spalle con citazioni e un numero esiguo di appuntamenti rimane comunque un caso dimenticabile, sottolineando come manchi alla serialità un buon prodotto originale e di genere che abbia voglia di sperimentare, non sempre vivere di rendita.
The River [id. USA, 2012] IDEATORI Oren Peli, Michael R. Perry.
CAST Bruce Greenwood, Paul Blackthorne, Joe Anderson, Leslie Hope.
Avventura/Horror, durata 43 minuti (episodio) , stagioni 1.