Chiaro-oscuro
Bruce Wayne è ammaccato nel corpo, il suo Batman nella reputazione: otto anni dopo la morte di Harvey Dent, uomo e simbolo (ancora ricercato) sono spariti dalla circolazione, lasciando alle forze dell’ordine il compito di ripulire Gotham. La feccia è al sicuro nelle carceri, i poliziotti si annoiano, Gordon non si fida, e intanto nell’alto dei cieli Bane fa la sua fragorosa entrata in scena.
Fedele alla scelta di veridicità che fin dall’inizio sottende al Batman secondo Nolan, Il cavaliere oscuro – Il ritorno riecheggia del presente attuale. Bane assalta la borsa per colpire la moderna nobiltà di finanzieri e milionari, di cui Wayne è il numero uno. Risultato: delinquenti a piede libero mescolati ai disperati, ricchi e poliziotti braccati, una legge marziale che capovolge quell’efficiente decreto Dent che ha nella legalizzazione della giustizia sommaria il suo ambiguo rovescio. Ma l’esibizione di sovversione incendiaria non è che un diversivo (un prestigio) per la minaccia per eccellenza, quella nucleare, proveniente per ironia della sorte dal cuore stesso della sede dell’antidoto al crimine. Sintesi di brutalità e capacità manipolatoria, Bane è forse il più ordinario degli Antagonisti dell’uomo-pipistrello; la sua forza diviene qui frutto di addestramento, e l’originaria – nei fumetti – dipendenza dalla sostanza che lo rende invincibile (lì costantemente immessa in vena) è significativamente trasformata in dolore fisico da tenere a bada. Perché la sofferenza rimane il tratto dominante di ogni personaggio della saga filmica, e la sua declinazione in azione positiva o negativa la loro impronta caratterizzante. Così anche Selina Kyle non è più una donna-gatto, ma “solo” un’abile ladra ironica e dolente battezzata dalla strada (come la sua protetta Jen/Juno Temple). Bane servirà a scandagliare ancora la mitologia del supereroe: la discesa agli inferi di Wayne è tutt’altro che metaforica, e così la conseguente, catartica rinascita. Mentre poliziotti poco furbi si lanciano disarmati nel corpo a corpo con l’esercito di Bane (che evoca altre immagini di scontri urbani a noi vicini), il buon Blake di Joseph Gordon-Levitt emerge ad incarnare quell’eroe del quotidiano che Batman avrebbe voluto ispirare: ma può davvero esistere a Gotham un “eroico uomo comune”? Più che altrove Nolan si abbandona all’espediente funzionale, al didascalismo, alla svolta ad effetto. Eppure la rappresentazione dello sfacelo contemporaneo è di indubbia efficacia, e la riflessione verso l’interno del simbolo si tinge coerentemente di nuove sfumature: infine, il ruolo profondo che il passato come “vissuto” riveste nella visione di Nolan, fa sì che la trilogia possa concludersi nel segno non così oscuro della scelta.
Il cavaliere oscuro – Il ritorno [Dark Knight Rises, USA/UK 2012] REGIA Christopher Nolan.
CAST Christian Bale, Michael Caine, Gary Oldman, Anne Hathaway, Tom Hardy, Marion Cotillard, Joseph Gordon-Levitt, Morgan Freeman.
SCENEGGIATURA Jonathan Nolan, Christopher Nolan. FOTOGRAFIA Wally Pfister. MUSICHE Hans Zimmer.
Cinecomic/azione/drammatico, durata 164 minuti.