Lucca Film Festival, 1-6 ottobre 2012, Lucca
Parabola di un amore finito male
La frontière de l’aube, penultimo psicodramma di Philippe Garrel (tre anni dopo Les Amants reguliers) si apre su di un interno dove un giovane attrice, Carole (la brava Laura Smet), si sta preparando alla visita di un fotografo, François (Louis Garrel) chiacchierando con gli amici.
Carole, in realtà, è sposata con un uomo costantemente in viaggio negli Stati Uniti per lavoro ed è solo grazie a questa concessione che la storia con François può scivolare via liscia, senza che nessuno si senta in obbligo nei confronti di qualcun altro. La storia con Carole si sviluppa secondo la metafora dei tergicristalli, per cui quando una spazzola si avvicina, l’altra si allontana restando sempre alla stessa distanza. La svolta drammatica è rappresentata dal ritorno improvviso del marito di Carole: François è costretto a raccogliere in fretta e furia le sue cose, nella più classica scena da adulterio, ed esce di casa in silenzio. François, che fino a quel momento aveva teso i suoi sentimenti verso la bella attrice, si stacca progressivamente, gettando Carole in uno stato di follia che la porterà alla morte. Garrel, nel suo rigoroso bianco e nero dove la purezza dell’immagine riempie gli occhi ma rischia di sacrificare il naturalismo recitativo tanto caro al cinema francese, ci introduce ad una vicenda astratta che però non può non essere ricondotta alla sua vita amorosa, in particolare al legame con Nico, musa di Andy Warhol e voce dei Velvet Undergound. Louis Garrel rappresenta l’eredità genetica reale e il prolungamento finzionale della vita del padre sullo schermo, a partire dal tenero amour fou della prima parte del film fino alla catarsi da realismo magico della seconda, dove Carole riappare attraverso uno specchio, fantasma dell’attraversamento di Alice nel paese delle meraviglie. Il precipitare di François dentro una pazzia che appartiene solo al suo subconscio annulla qualunque componente paranormale delle apparizioni, perché Garrel è attento osservatore della realtà e dei sentimenti e non a caso si confida grande appassionato di Cesare Pavese “perché non ha mai scritto niente di paranormale”. Garrel, prima delle proiezione del film all’ultimo Lucca Film Festival ha annunciato che appenderà la sedia da regista al chiodo dopo il prossimo film. Il motivo? L’ingerenza del digitale che, proprio come successe nel passaggio dal muto al sonoro, sta fagocitando la pellicola: “sarebbe come – ha detto al pubblico – se un pittore abituato all’olio e alla tela fosse costretto ad iniziare a lavorare su plastica con i colori acrilici”. Il cambiamento è ormai nell’aria, ma come dare torto a Philippe Garrel?
La frontiera dell’alba (La frontière de l’aube, Francia 2008) REGIA Philippe Garrel.
CAST Louis Garrel, Laura Smet, Clémentine Poidatz, Olivier Massart.
SCENEGGIATURA Marc Cholodenko, Arlette Langmann. FOTOGRAFIA William Lubtchansky. MUSICHE Jean-Claude Vannier.
Drammatico, durata 106 minuti