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Street Fighter II – The World Warrior

mercoledì 2 Gennaio, 2013 | di Nicola Peirano
Street Fighter II – The World Warrior
Speciale
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SPECIALE VIDEOGAME HISTORY
Shoryuken!!!
Chi come il sottoscritto non è un patito di videogiochi, a maggior ragione ha impressi nel cuore quei tre o quattro titoli che lo hanno accompagnato negli anni del divertimento e della fantasia senza fine. Nel caso di Street Fighter II: The World Warrior, il ricordo di quello che rimane probabilmente il più importante “picchiaduro” della storia, assume per me una dimensione particolare.

Non solo perché è stato il primo videogioco in cui mi sia cimentato. Non solo perché i miti del passato, per quanto risultino invecchiati nella forma, si tingono di quella patina vintage che li rende fatalmente insostituibili per il carico emozionale di cui si fanno portatori. Ma perché, nipote fortunato di un tecnico di videogiochi arcade, io una macchina a gettoni con cui cimentarmi giornalmente e gratuitamente,mediacritica_street_fighter2_290 l’avevo in casa. La serie Street Fighter nasce nel 1987 ma è solo con il sequel del 1991 che guadagna fama a livello mondiale. Il successo di questo secondo capitolo è tale che la casa produttrice Capcom lancia sul mercato prima alcuni aggiornamenti del videogioco e solo successivamente procede a realizzare altri veri e propri seguiti. Street Fighter II ha dato origine a strisce a fumetti, serie animate ed è stato trasposto in un film nel 1994 con attori in carne e ossa, non sempre fedele alle linee narrative guida del videogioco – e anche per questo poco amato dai fan – ma in grado di ottenere un discreto successo commerciale. Otto sono i personaggi selezionabili dal giocatore, che deve così affrontare gli altri sette in scontri di lotta a tempo, nei quali, per passare all’avversario successivo, bisogna vincere due rounds. Sconfitta questa serie di lottatori, si passa ai quattro nemici finali: il gioco termina con la vittoria sull’ultimo di questi, M. Bison. Ognuno dei personaggi appartiene a una nazione specifica – Brasile, URSS, Stati Uniti, Cina, Giappone, India o Thailandia –, combatte su un ring personale e possiede abilità fisiche diverse rispetto agli altri, nonché la padronanza di alcune tecniche speciali. Tutti possiedono un motivo più o meno forte per vincere il torneo di arti marziali e sconfiggere M. Bison: ottenuta la vittoria, il gioco termina con un video in cui si celebra il conseguimento dell’obiettivo del personaggio, che spesso è spinto dalla vendetta o dal bisogno di tornare in patria da trionfatore. Sono i momenti, insieme alle bizzarre esultanze dei lottatori dopo i combattimenti, in cui traspare tutta la vena autoironica del videogioco, che non si prende mai troppo sul serio: geniale ad esempio il finale di Zangief, che si scatena insieme al presidente Gorbaciov nel classico “casatchok”, il ballo russo della steppa. Grazie a questi espedienti, Street Fighter rende più scoperto, rispetto ai successivi Mortal Kombat e Tekken, il carattere “finzionale” del percorso ludico, senza però inficiare il coinvolgimento nelle dinamiche del gioco. Chi prende in mano la console viene chiamato dopo ogni round a recuperare momentaneamente un certo distacco emotivo, per poi rituffarsi nella lotta, innescando così una continua alternanza tra presa di coscienza dell’artificio e soddisfazione del piacere. Superato nella grafica dai suoi figli e figliastri, Street Fighter mantiene però un suo fascino, in virtù di quelle regole auree che invogliano la partecipazione al gioco e consentono una gratificazione momentanea ma “totale” di fronte al successo: un limite di tempo ben visibile, uno spazio circoscritto in cui muoversi tra due dimensioni, la minaccia inevitabile di un avversario, la semplicità dello scontro che stimola gli impulsi congeniti di attacco-difesa e azione-reazione, la caratterizzazione di lottatori dal potenziale assassino ma di grande spessore umano, un premio finale. Solo ora mi spiego perché un adulto fatto e finito come mio padre non riuscisse a staccarsi dalla console.

Street Fighter II: The World Warrior [Giappone 1991]
SVILUPPATORE Capcom. DISTRIBUTORE Capcom.
MULTIPIATTAFORMA.

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