SPECIALE MUSICAL
Vivi il sogno
“Live the dream”, recita la tagline di Les Misérables. Il sogno, in questo caso, non è solo la vicenda narrata (che, tra l’altro, di incantato ha ben poco), ma l’esperienza teatrale di uno dei musical più longevi e amati di sempre.
Cinema e teatro sono due luoghi diversissimi, con qualche punto in comune (l’immobilità dello spettatore in una sala buia, attori che recitano un copione), ma con una drammaturgia distante. Nel caso di Les Misérables, poi, più che di “musical” sarebbe giusto parlare di “opera”: lo spettacolo del West End dura tre ore ed è cantato dalla prima all’ultima battuta, un’incalzante sequenza di arie romantiche e romanze epiche, tenute insieme dal recitativo, proprio come nella lirica. Il film di ore ne dura due e mezza e Tom Hooper conserva intatta la formula che ha tenuto il musical in scena per 27 anni. Di più: per concedere al pubblico di “vivere il sogno” e “duplicare l’esperienza”, fa gorgheggiare i suoi attori in presa diretta, gli si incolla ai volti e ai primi piani, carpisce i sospiri, i respiri spezzati, i piccoli errori e le lacrime, si distende in lunghi piani sequenza nei tanti assoli e si scatena nel montaggio frenetico delle scene collettive. Poi aggiunge il cinema – quello che a teatro dobbiamo vedere con l’immaginazione e che su grande schermo possiamo guardare con gli occhi: “nella pioggia, il pavimento risplende come argento” canta una sconsolata Éponine, e in effetti a Parigi diluvia e il pavé brilla. Hooper monta il kolossal hollywoodiano nelle sequenze di massa – quelle che danno brividi d’emozione, come l’insurrezione parigina scandita dall’inno rivoluzionario Do You Hear the People Sing? – e poi si chiude in interni intimisti per pedinare le diverse declinazioni di amore e redenzione incarnate dai suoi personaggi, con una prossimità impossibile sul palcoscenico. E dunque, nonostante la regia curata, qualche volta mobilissima, qualche altra deformante (come in Il discorso del re), nonostante l’imponente ricostruzione scenografica (con set e costumi allo stesso tempo realistici e astratti, tutti virati nel blu, bianco e rosso della bandiera francese), Les Misérables è soprattutto un film di attori, di cui si ammira, prima di ogni altra cosa, l’eccezionale performance. La dedizione totale (quasi estrema) al personaggio di Hugh Jackman/Jean Valjean e di Anne Hathaway/Fantine si sostanzia evidente in ogni istante di pellicola loro dedicato, e anche Russell Crowe/Javert ce la mette tutta per compensare in presenza scenica le carenze vocali rispetto al resto del cast. Grazie a loro – e all’innegabile potenza di alcune musiche – potrebbe capitare pure ai più scettici di raccogliere una lacrima, incastrata sulle barricate, tra il devastante melodramma e l’emozionante spinta idealistica a un futuro migliore.
Les Misérables [Id., Gran Bretagna 2012], REGIA Tom Hooper.
CAST Hugh Jackman, Russell Crowe, Anne Hathaway, Amanda Seyfried.
SCENEGGIATURA William Nicholson. FOTOGRAFIA Danny Cohen. MUSICHE Claude-Michel Schönberg.
Musical, durata 160 minuti.