2 uomini, 1 nazione, 2 culture
E’ nella trasmissione di valori culturali e morali che si fonda l’educazione, concetto fondamentale per la costituzione di una società e del passaggio generazionale a cui essa è sottoposta affinché perpetui la sua esistenza; il concetto stesso non può però trascendere l’essenza della trasmissione, cioè il ruolo che i singoli e le personalità hanno all’interno del passaggio conoscitivo.
Questo è l’elemento narrativo portante di Educazione siberiana, in cui la coesistenza delle due anime fondanti della pellicola è netta: la passione e la lotta dei due protagonisti Kolima e Gagarin con la rappresentazione del profondo cambiamento dall’ex Unione Sovietica alla Russia neocapitalista contemporanea. Un racconto che intende cogliere e intrecciare l’aspetto personale con quello sociale partendo da una base educativa comune, quella del clan siberiano a cui i due personaggi fin da ragazzini vengono sottoposti, per mostrare come la stessa venga, durante la maturazione dei protagonisti, interpretata in maniera opposta; uno scontro tra il rispetto della tradizione dove il possedere è limitato solamente a ciò che il proprio cuore è in grado di amare e la sfavillante libertà possessiva che l’impero dei consumi è in grado di garantire. La sceneggiatura, articolata su più piani temporali con continui salti da un tempo all’altro, basa tutto il suo discorso sulla divisione rappresentativa dei personaggi centrali ingabbiandoli di fatto nelle due opposte raffigurazioni di tradizione e modernità capitalistica. Ben delineabili fin dall’inizio, i protagonisti sono più macchiette che due differenti visioni della realtà in cui vivono e nella quale è assente un vero percorso identificativo in una o nell’altra direzione. E in questo caso neanche la regia aiuta, non prendendosi i propri tempi per definire meglio le differenti strade prese dai protagonisti nella parte dell’infanzia, periodo che per forza di cose è lo spartiacque nella caratterizzazione. Kolima e Gagarin sono due personaggi fermi e schematica è la rappresentazione della Russia pre e post crollo del muro. Nemmeno la destrutturazione del racconto, e la falsa pista che ne deriva, servono a creare dei veri percorsi sociali e personali. E’ quasi inevitabile quindi che le vicende dei due giovani non riescano a creare alcuna vicinanza con i personaggi dandoci però una divisione sistematica della società in cui si muovono. Educazione siberiana è una pellicola strutturata in maniera binaria sia nella narrazione che alla regia, che però non riesce ad uscire mai dalla schematizzazione impostasi all’inizio.
Educazione siberiana [Id., Italia 2013] REGIA Gabriele Salvatores.
CAST John Malkovich, Peter Stormare, Arnas Fedaravicius, Vilius Tumalavicius.
SCENEGGIATURA Stefano Rulli, Sandro Petraglia, G. Salvatores (dall’omonimo romanzo di Nicolai Lilin). FOTOGRAFIA Italo Petriccione. MUSICHE Mauro Pagani.
Gangster/Drammatico, durata 110 minuti.