SPECIALE INEDITI
Uno Speciale cinefilo per una proposta (di) critica
La diffusione di internet ha portato a una svolta tanto necessaria quanto inevitabile nella circolazione più o meno legale di prodotti culturali e di conseguenza di un sapere sempre più esteso e sintomatico del complesso contesto contemporaneo, venendo a colmare il vuoto lasciato da una distribuzione che spesso persegue una logica antiquata, subendo regolarmente il contraccolpo delle proprie scelte.
Come si pone in questo contesto la critica e nello specifico quella italiana? Se sulle riviste cartacee compaiono sempre più regolarmente analisi e riflessioni su film “inediti” (alcuni Focus di Cineforum o la rubrica Widescreen di Segnocinema), sono soprattutto le testate online che riescono, per tempi e spazi, a dedicarsi maggiormente a film e autori estranei al circuito tradizionale delle sale. Tale tratto forte diventa anche un eventuale punto di partenza per un’ideale cooperazione tra le parti ora in conflitto tra loro, la prima per difendere uno status quo messo a dura prova dall’avvento delle nuove tecnologie, la seconda per affermare una propria validità che la equipari all’altra pur mantenendo intatti i suoi tratti distintivi. Non quindi l’ennesimo invito alla “rottamazione”, quanto a una sinergia in nome di un progresso che, se sul piano socio-politico tarda ad arrivare, non faccia altrettanto su quello culturale. È quanto vuole dimostrare lo Speciale sul cinema “invisibile”, una panoramica su produzioni lontane da quelle mainstream, esempi minori per budget, ma non per idee né contenuti. La rosa presentata è frutto di una selezione personale quanto rigorosa, basata su quattro princìpi: lo stesso anno di realizzazione (2011/2012), l’appartenenza a cinematografie emergenti, la circolazione e/o premiazione a festival internazionali, la facile reperibilità sul web. Non spaventi il taglio cinefilo dell’approfondimento. L’intento non è di chiudersi in un autocompiacimento fine a se stesso, bensì aprirsi ad un’alternativa idea di cinema, che esiste e proprio per questo non può (più) essere ignorata. Una proposta per forza di cose non esaustiva, ma rappresentativa del preciso intento divulgativo che è alla base dell’atto critico-intellettuale: offrire strumenti e punti di vista diversi per affacciarsi sulle molteplici realtà circostanti, senza temere di prendere posizione e cercando anzi di suscitare un dialogo su di esse. Un terreno di confronto che non è punto di arrivo, bensì di partenza.