Il cinema italiano visto da Milano, XI edizione, 5 – 14 aprile 2013, Milano
Viaggio nel cuore della Romagna (e non solo)
Nella carriera di ogni autore prima o poi sopraggiunge una fase meditativa, un bilancio intimo, esplorativo del proprio percorso compiuto. Un momento in cui si accantona il desiderio di raccontare mondi inventati o appartenenti esclusivamente ad altri, per concentrarsi su se stessi, conoscersi e fare conoscere al pubblico la realtà, i luoghi, le persone che della formazione artistica sono stati ispiratori e bacino di influenze.
Il piccolo mare è innanzitutto un atto d’amore rivolto alla Marecchia, terra madre di Maurizio Zaccaro, che ha preparato questo documentario in solitudine per 2 anni, spesso non allontanandosi più di 200 m da casa, a volte affacciando la mdp semplicemente alla finestra, per assorbire e immortalare l’energia misteriosa del torrente che scorre tra le vallate romagnole. L’acqua sorgente di vita, testimone inestinguibile di tutte le cose, scandisce il tempo delle stagioni e di una tradizione che lotta per non scomparire malgrado i tentativi d’irruzione dell’esterno. Zaccaro ci mostra una natura che pulsa e si preserva, nella primavera di un eden primordiale di cui egli stesso sembra ancora in grado di stupirsi, e nella neve finale che copre la magia congelandola, circondando gli antichi mestieri, i ricordi di chi visse l’esperienza della guerra, i proverbi dialettali, il rituale del pranzo domenicale in famiglia, tra un bicchiere di vino, una fetta di salame e qualche storiella buffa. Un diario personale che celebra e si confronta con i grandi personaggi che in quei ruscelli si sono specchiati, Ezra Pound, Tonino Guerra. Quest’ultimo, qui intervistato pochi mesi prima della morte, rivela come il vento di quelle parti abbia mosso le sue parole e come i mondi poveri siano necessari alla poesia. Lontano però da una visione ambientalista troppo arcaica e conservatrice, Zaccaro dà spazio all’intrusione di artisti circensi e assemblatori di rottami metallici che poco hanno in comune con gli stampatori di tele, ammettendo così come la contaminazione in alcuni casi sia di arricchimento alla comunità. Necessaria a formare nuove possibilità di partecipazione pubblica, in sostituzione alle modalità già perdute, come ad esempio il teatro in piazza di S.Arcangelo. Ben diversamente invece è percepito il progetto dell’E45, autostrada che stravolgerebbe il paesaggio distruggendo l’assetto geologico, pericolo non solo locale ma di ogni vallata su cui si siano posati gli interessi imprenditoriali. Il piccolo mare allora, nato da un bisogno interiore coltivato nelle radici di un territorio, finisce per confluire idealmente in altri fiumi e nei sentimenti di altre popolazioni, evocando archetipi universali a cui solo un italiano ha saputo dare magistralmente forma nella storia del cinema. Un italiano che si è nutrito della stessa atmosfera e del respiro della stessa aria: Federico Fellini.
Il piccolo mare [Id., Italia 2012] REGIA Maurizio Zaccaro.
CAST Tonino Guerra, Alfonso Marchi, Annalisa Teodorani, Matteo Giorgetti.
SCENEGGIATURA Maurizio Zaccaro. FOTOGRAFIA Maurizio Zaccaro. MUSICHE Andrea Alessi, Theo Teardo.
Documentario, durata 65 minuti.