Preparate i fazzoletti
Ogni volta che una stagione finisce, lo spettatore di una serie tv subisce un lutto, vive la cosiddetta sindrome dell’abbandono: per un po’ di tempo tu partecipi ad un microcosmo e all’ultima puntata ti senti privato di quella “parte di mondo”.
Questo vale anche per Il trono di spade – tratto dalla serie di romanzi Cronache del Ghiaccio e del Fuoco di George R. R. Martin, ideato da David Benioff e D. B. Weiss, prodotto da HBO – una delle serie tv oggi più amate. Ci stiamo ancora pulendo dagli schizzi di sangue di The Rains of Castamere – che, come tutte le none puntate della serie, rappresenta il punto di massima tensione dell’intera stagione -, stiamo accettando ciò che i nostri occhi hanno visto, l’idea che nulla sarà più come prima dopo “le piogge”, dobbiamo accettare che il gioco crudele, violento, sanguinoso dei troni è finito anche per quest’anno. Questo mondo è tanto affascinante proprio perchè come araba fenice si distrugge e si rigenera. Con il cuore che batte all’impazzata, durante tutta la stagione con alti e bassi, seguiamo una storia, un personaggio, per poi di punto in bianco trovarci immersi in un’atmosfera e in un universo altro e così all’infinito, in un saliscendi emotivo che ci lascia svuotati, mai sazi, sempre pronti a ricominciare. La guerra continua senza sosta e senza freni sempre più crudele, i matrimoni nascondono situazioni intricate ed equilibri sempre più fragili (Lannister-Tyrell), i personaggi crescono, mutano (Sansa inizia a comprendere i giochi di potere, Daenerys è regina giusta e magnanima), subiscono una maturazione (Jaime Lannister si umanizza, sporco, barbuto, privato di qualunque regalità, diventa Uomo – meraviglioso nel quinto episodio quando, immerso in una vasca, si racconta), altri, simbolo della serie, si perdono o addirittura muoiono. Sangue, potere, vendetta restano punti cardine della stagione: si uccide, si viene uccisi in nome della Famiglia, dell’Onore. C’è chi subisce le più terribili torture fisiche (Theon), chi psicologiche (Sansa), chi dimostra la sua astrusa e stupida sete di violenza (Joffrey), chi, infelice per nascita e fato, dà prova di profonda umanità e comprensione (Tyrion). Tra vittorie e sconfitte, viaggi lunghi e faticosi, sessualità e religione malata, giunge a termine anche questa terza stagione, che ha un compito arduo: rendere la complessità di una storia viva fatta di molti intrecci e personaggi. Benioff e Weiss domano il fuoco, preservano il ghiaccio, fanno un buon lavoro continuando a tenere avvinti i loro adepti e creandone sempre di nuovi. Un po’ tristi e un po’ persi aspettiamo con ansia la nuova stagione, consci che ne Il trono di spade nessuno è indispensabile e che noi, come Jon Snow, non sappiamo nulla.
Il trono di spade [Game of Thrones, USA 2013] IDEATORI David Benioff e D. B. Weiss.
CAST Lena Headey, Emilia Clarke, Peter Dinklage, Nikolaj Coster-Waldau, Michelle Fairley, Sophie Turner, Maisie Williams, Carice van Houten, Richard Madden.
Fantasy/drama, durata 60 min (episodio), stagioni 3.