Il cinema nel giallo…
In ventiquattro anni di carriera televisiva la famiglia giallastra dalle quattro dita si è meritata svariati tomi e analisi. Nell’ultimo nato, I Simpson e il cinema, Michele Galardini analizza il rapporto di questo ironico e irriverente clan con il cinema.
All’interno delle puntate che raccontano la vita di Marge, Homer e i tre piccoli figli che non crescono mai, le strizzate d’occhio alla settima arte sono svariate. Al contempo però sono nascoste tra il sarcasmo e l’assurdo, momenti epici e un’abile regia che sancisce definitivamente I Simpson a un livello successivo, elevandolo da semplice cartone a serie televisiva disegnata. Per tutti questi motivi l’analisi di Galardini è innovativa come il prodotto che analizza, perché dedica interi capitoli a comparare le stagioni simpsoniane ai mostri sacri del cinema americano, Kubrick e Hitchcock in primis, fino allo spettacolare parallelismo tra lo spietato Burns e il Kane di Quarto potere, simmetria talvolta palese talvolta sottilmente celata tra mille altre azioni e citazioni. Sicuramente lo studio non può eludersi dall’esaminare il mezzo televisivo, come I Simpson rappresentino un punto di non ritorno, “il primo esempio televisivo di famiglia disfunzionale”. E poi il ruolo dello spettatore, di come è tramutato ed evoluto anche grazie all’opera di Groening “spettatore non più passivo ma curioso” quindi anche più difficile da accontentare poiché non più sprovveduto ma pieno di stimoli e con facile accesso alle informazioni. Il libro I Simpson e il cinema ha il pregio di essere, come la serie di cui racconta, piacevole e comprensibile su due livelli. Il primo per uno spettatore/lettore con una conoscenza superficiale del cinema: apprezza le peculiarità della seria gialla come il libro che le racconta, ma anche se non conosce a fondo i film da cui vengono estrapolate le citazioni riesce comunque a godere di ogni fotogramma come di ogni parola, apprezza l’ironia e la strizzata d’occhio che entrambi i mezzi rivolgono in continuazione al fruitore. Il secondo livello viene apprezzato da chi ha una conoscenza più onnivora o/e più tecnica del cinema e della sua storia, riuscendo così a assaporare al massimo la parodia di Quarto potere o i più sottili riferimenti che ben racconta Galardini. Infine come non gradire ogni singola volta in cui l’autore cita questo o quell’episodio e in due secondi riconoscere di quale puntata dei Simpson stia parlando, fino ad arrivare a porsi la domanda se possiamo noi stessi definirci ancora appassionati o ci siamo lentamente trasformati, nel corso delle stagioni, in seguaci vuoyeristi della famiglia gialla… e a questo prontamente troviamo risposta, col quiz posto in calce all’opera su I Simpson e il cinema: se sapete rispondere a tutte e dieci le citazioni allora è giunto il momento di farvi delle domande. O di scrivere un libro sulla famiglia americana dalle quattro dita!
I Simpson e il cinema
(Michele Galardini, 15×22 cm, 150 pp., Felici Editore, Pisa, 2013)