SPECIALE NUOVI SUPEREROI
L’uomo incompleto
Cinematograficamente parlando si può dire che ad ogni generazione corrisponde un’iconografia e una caratterizzazione di Batman: i miei coetanei trentenni sono legati alla serie tv anni ’60 che durante la nostra adolescenza veniva mandata in onda da TMC, serie da cui fu tratto nel 1966 Batman, capostipite del cinema di supereroi; poi vennero Burton e Nolan e le cose cambiarono.
Una eterogeneità di fondo è alla base dei vari adattamenti di Batman: se si pensa alle citate puntate delle serie tv l’uomo pipistrello si aggirava in un ambiente “lisergico” e pop tipico della sua epoca, aveva un’ambigua vita sessuale – il rapporto con il giovane Robin – e si ispirava ai fumetti di Kane soprattutto per quanto riguarda i villain e le scritte onomatopeiche delle azzuffate. Dalla serie tv fu tratto il primo film ufficiale che involontariamente risultò, anche al tempo, kitsch e comico: effetti speciali troppo artigianali (su tutti ricordiamo la scena del bat-repellente per squali) e trama a tratti assurda. Inizia quella che è la base e la caratteristica principale di Batman: l’eroe non potrebbe esistere senza i vari cattivi che a partire da Joker fino ad arrivare all’Enigmista sono a volte più intriganti e visivamente dominanti. Burton nel 1989 prese in mano una sceneggiatura che era rimasta per troppo tempo chiusa in un cassetto, e adattandola al suo stile dark e favolistico, ritoccò la figura di Batman al cinema con un film che ormai è un cult del genere fumettistico e non. Tre anni dopo Batman – Il ritorno diventa sempre più per Burton una scusa: narrando l’universo dell’uomo pipistrello, in realtà realizza un’opera ancora più personale grazie alle figure tragiche e gotiche di Penguin e Catwoman. Resosi conto di aver virato Batman in un “suo prodotto” e esaurite le idee di riproduzione, Burton cede la regia a Joel Schumacher: i due capitoli targati dal regista di Un giorno di ordinaria follia, Batman Forever e Batman e Robin, emergeranno come i peggiori della saga, soffocati da scenografie ipercolorate e dalla prevaricazione dei villain, con sceneggiature da serie Z che saranno sì aderenti al fumetto ma deboli in realizzazione. Toccherà a Nolan con la trilogia del Cavaliere Oscuro iniziata con Batman Begins risollevare le sorti del nostro: il lavoro che verrà fatto scaverà nel passato dell’uomo-Batman, come fece Burton nella sua prima pellicola, cercando di psicoanalizzare il suo agire. Il Batman nolaniano è in perenne conflitto con se stesso e scende tra gli uomini comuni per spogliarsi del suo eroismo, senza dimenticare che vive grazie ai suoi nemici: il cinema dei supereroi non sarà più lo stesso e l’immaginario influenzerà il cinema a seguire, in cui gli Autori sposano il blockbuster. Lo spazio a mia disposizione è purtroppo terminato, ci sarebbe ancora molto da dire, non ci resta che aspettare l’ennesima mutazione di uno dei supereroi più amati, conosciuti e sfruttati commercialmente.