Milano Film Festival 2013, 5 – 15 settembre 2013, Milano
Intervista a Christos Stergioglou
Antonis Paraskevas è una star della conduzione televisiva da vent’anni. Fino al giorno in cui il suo appeal mediatico subisce una battuta di arresto: ascolti che vanno a picco, investitori pubblicitari non più pervenuti. È necessario inventarsi qualcosa, svecchiare un’immagine ormai usurata dal regime dell’assuefazione. Lo scoop è dietro l’angolo: dopotutto, basta inventarselo.
Elina Psykou, all’esordio nel lungo con L’eterno ritorno di Antonis Paraskevas, non sceglie le mezze misure: costruisce un’opera ritmata sulle ossessioni del suo protagonista, sulla sua trasformazione psico-fisica concepita come viaggio del degrado,percorso disturbante nel gorgo della follia. Straordinario,da questo punto di vista, il lavoro dell’attore Christos Stergioglou sul corpo e lo sguardo di Antonis: noi di Mediacritica lo abbiamo incontrato al Milano FilmFestival dove l’attore ha presentato il film in anteprima internazionale.
Dopo Venezia, Milano: è felice di essere al Film Festival?
Sono molto contento di essere qui. C’è un’energia positiva, tanta gente giovane; e Milano la sento come una città calda. Sì, mi piace molto.
Il suo personaggio, Antonis Paraskevas: è più un disperato o un cinico?
È entrambe le cose. Oltre ad essere un narcisista e, alla fine, un criminale. Devo dire di provare pietà per lui, per tutti i personaggi come lui, perché non si rendono conto di vivere in un mondo irreale, con quel loro desiderio di essere sempre i primi in qualcosa. Sono dei pazzi inconsapevoli. Non vorrei mai essere come queste persone.
Ritiene che anche lo spettatore dovrebbe provare pietà i personaggi come Antonis? È questo il tipo di sentimento che il film intende suscitare?
Io spero che il pubblico si renda conto che questo modo di vivere è il peggiore possibile. La sceneggiatura è molto forte nel delinearlo – tutto sfocia nella pazzia – e io mi auguro che questo aiuti a capire quanto quel gioco sia pericoloso.
Elina Psykou, la regista, ha detto del suo protagonista: “È un eroe tragico il cui destino è già stabilito. In quanto eroe, è costretto a sopravvivere e rivendicare l’immortalità. Ed è proprio di questo che parla il film: l’immortalità ad ogni costo”. È d’accordo con questa definizione?
La condivido pienamente. E condivido l’atteggiamento di disapprovazione che Elina ha cercato di esprimere. L’immortalità è un desiderio irrealizzabile e non vale i prezzi che alcune persone sono disposti a pagare per cercare di raggiungerla. Il film vuole essere un monito in tal senso.
La storia narrata è profondamente connessa alla situazione che la Grecia sta attraversando. Secondo lei, quanto è importante il ruolo dei media – del cinema, della televisione – nel determinare l’atteggiamento delle persone nei confronti della crisi?
Devo dire che la televisione, in particolare, fa un pessimo lavoro. La pubblicità, ad esempio, ha la capacità di orientare le persone che si ritrovano a seguire cattivi esempi di vita. Ci sono, però, dei registi che fanno un cinema alternativo che merita di essere seguito perché in grado di dire qualcosa di importante alla gente. Questo è il cinema che io scelgo di sostenere, come il cinema di Elina, che ha il coraggio della verità e di indicare una via di realizzazione diversa da quella che molti media, per il loro puro interesse, ci prospettano.
L’eterno ritorno di Antonis Paraskevas [I aionia epistrofi tou Antonis Paraskevas, Grecia 2013] REGIA Elina Psykou.
CAST Christos Stergioglou, Giorgos Souxes, Maria Kallimani, Theodora Tzimou, Syllas Tzoumerkas.
SCENEGGIATURA Elina Psykou. FOTOGRAFIA Dionisis Efthimiopoulos. MUSICHE Felizol.
Drammatico, durata 88 minuti.