SPECIALE ABDELLATIF KECHICHE
Cuore matto
In contemporanea all’uscita nelle sale de La vita di Adèle di Abdellatif Kechiche, arriva anche in Italia Il blu è un colore caldo, il graphic novel a cui il film è ispirato. Scritto e disegnato dalla giovane Julie Maroh, è il racconto incalzante di un amore passionale e assoluto tra due ragazze, Clémentine e Emma, e ha il suo principale merito nell’abilità di tenere incollato il lettore alle pagine fino alla parte finale, che a dire il vero soffre di eccessi melodrammatici e di svolte narrative decisamente affrettate.
La storia è ellittica, ma non frammentaria, scandita dalle parole del diario di Clémentine, letto da Emma. Le date del diario, dall’ottobre 1994 fino al novembre 2008, documentano un percorso lungo e graduale di crescita sentimentale e umana da parte di Clémentine. L’idea del diario consente continui andirivieni temporali, a cui corrisponde un’alternanza tra tavole a colori, spenti, e tavole in bianco e nero. In queste ultime solo gli oggetti blu conservano il loro colore, a indicare la presenza totalizzante di Emma, che inizialmente ha proprio i capelli blu, nella memoria di Clémentine. Difatti, quando, nella fase matura della loro relazione, caratterizzata dall’esplicitazione delle loro opposte concezioni della sessualità, Emma si tinge la chioma di biondo, nel prosieguo del flashback il blu viene sostituito dal giallo.
Il titolo del graphic novel, dunque, riprende una frase di Clémentine, che nel diario scrive che, per ovvie e romantiche ragioni, il blu per lei è diventato un colore caldo. La storia d’amore tra le due ragazze è tormentata quanto basta, forse anche troppo, per accattivarsi il pubblico adolescenziale cui il libro è rivolto: dubbi, indecisioni, interruzioni del rapporto abbondano.
Maroh non nasconde un chiaro intento educativo, in teoria apprezzabile: denunciare l’intolleranza della società contro l’amore omosessuale e incoraggiare gli adolescenti a vivere la propria sessualità liberamente e senza inibizioni. Il problema è che i testi sono infarciti di banalità da baci Perugina tipo “forse l’amore non è eterno, ma ci rende eterni” (pag.157), che fa il paio con “solo l’amore può salvare questo mondo” (pag.69). I pensieri dei personaggi sono trascritti con frasi troppo romanzesche, vetustamente letterarie nella sintassi tradizionale, e nella parte finale tematiche importanti come il desiderio di maternità o i diritti del partner in caso di malattia sono maldestramente accennate, senza convinzione. Quasi come se Maroh fosse incapace di abbandonare il tono leggero e scanzonato della prima parte, gli occhioni perpetuamente sgranati dei personaggi, le espressioni grottesche e deformate, i simboli che sostituiscono moralisticamente le imprecazioni nei balloon.
Il blu è un colore caldo [Le bleu est une couleur chaude, Francia 2010]
TESTI E DISEGNI Julie Maroh. TRADUZIONE ITALIANA Federica Zicchiero.
EDIZIONE ITALIANA Rizzoli Lizard.