Sbirri dementi
Qualcosa di interessante si muove all’interno del caotico mondo delle comedy, anche quando si tratta di ricorrere a formule e stilemi già ampiamente rodati. È il caso di questa Brooklyn Nine-Nine, nuovo prodotto mandato sugli schermi dalla Fox e ideato da Dan Goor e Michael Schur, già facenti parte dell’entourage dell’ottima Parks and Recreation.
Con quest’ultima serie, Brooklyn Nine-Nine condivide una dimensione di genere, che vede il posto di lavoro come luogo d’ambientazione delle gag (la workplace comedy per essere precisi). In questo caso, si tratta di un dipartimento investigativo del NYPD composto, inutile dirlo, da un gruppo di detective strampalati. Uno di questi è il protagonista Jake Peralta (interpretato dal comico Andy Samberg), un agente tanto brillante ed arguto quanto pazzoide e infantile. Vi è poi Amy Santiago, il suo partner di lavoro e alter ego-femminile, costantemente in competizione con lui e in cerca dell’approvazione del capitano Ray Holt. Quest’ultimo appare nel pilot come nuovo comandante del distretto: serio, duro e rigoroso, è il primo omosessuale dichiarato a ricoprire un ruolo di comando nella polizia. Il sergente Terry Jeffords, invece, è il leader della squadra investigativa: prestante, palestrato e molto brillante, ha recentemente subito un trauma che lo porta a non essere più in grado di adoperare un’arma da fuoco. Vi sono poi la segretaria Gina Linetti, i detective Rosa Diaz, dall’aria dura e ostile, e Charles Boyle, gourmet in erba, per tacere degli incapaci scaldaposto (ma bravissimi a preparare il caffè) Scully e Hitchcock. Un lavoro che evidentemente risponde della sorprendente mancanza, nel panorama seriale contemporaneo, di una degna parodia dei police procedurals. Strutturalmente abbastanza vicino a Scrubs, con cui condivide anche la caratterizzazione generale e fisionomica del protagonista, Brooklyn Nine-Nine riesce tuttavia a conservare una sua autonomia evolvendo il tenore dell’umorismo, molto più cattivo, e tagliando, ove possibile, il buonismo di fondo. Per il resto, si tratta sempre di seguire le regole del genere: evidenziazione del tratto farsesco del personaggio, citazionismo, ironia, ed effetto comico derivato dal contrasto con l’ambiente “serio”. Un’operazione riuscita, che mostra una notevole abilità nei tempi comici e un’ottima capacità di architettare le gag. Adatto a chi non ha l’ossessione del “nuovo ad ogni costo”.
Brooklyn Nine-Nine [Id., USA 2013] IDEATORE Dan Goor, Michael Schur.
CAST Andy Samberg, Andre Braugher, Stephanie Beatriz, Melissa Fumero, Joe Lo Truglio, Chelsea Peretti.
Commedia/Poliziesco, durata 23 minuti (episodio), stagioni 1.